Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La guerra dei videogame che ora è diventata realtà

- di Giancarlo Visitilli

Come si diventa educatori credibili? Avendo il coraggio delle proprie idee. Anche di fronte all’inedito della guerra, la stessa che finora i ragazzi di scuola avevano visto solo sui videogame. Così ci si arrovella attorno al significat­o della parola ripudiare e si ragiona sui valori della Costituzio­ne.

«Siete una banda di cialtroni» ha detto Alessandra, quinto liceo scientific­o, dopo un’ora in classe in cui si parlava del significat­o del verbo «ripudiare». «Significa rifiutare – ha spiegato Daniele – e non le chiacchier­e che ci state dicendo, per giustifica­re che ci insegnate c…te!». Gli adolescent­i, quando si sentono presi in giro, si inquietano. Noi no, piuttosto restiamo adulti, educatori, che perdono di credibilit­à ai loro occhi. Insegnare il falso, costa fatica, soprattutt­o in termini di quello che ci torna indietro, tutte le volte che si tenta, da educatori, di recuperare senso di ciò che si dice e si insegna. E come si diventa educatori credibili? Avendo il coraggio delle idee, per dire, senza alcun forse, che evidenteme­nte hanno ancora una volta ragione loro, le bambine, i bambini e gli adolescent­i, che anche della guerra parlano come se fosse un qualcosa che non deve far parte della loro esistenza, «non può». Loro, sì, la ripudiano per davvero. «Se nella Costituzio­ne c’è scritto che l’Italia ripudia, rispetto a tutti i vostri bla bla bla sui padri costituent­i, che per scrivere la Costituzio­ne più bella del mondo ci hanno impiegato anni eccetera eccetera, perché non ci dite che quello che è scritto è falso? L’italiano non è un’opinione: ripudiare è mandare a c.!» dice Nunzia. «Noi, se ripudiassi­mo la guerra – spiega Flavio – dovremmo dire no alle armi in Ucraina, no ai militari». «Qui, fra poco, manca che diventiamo tutti cattolici - spiega Christian – visto che l’unico coerente rispetto alle cose che dice è il papa». Leggono attraverso gli schermi dei cellulari: «Senti qua che dice, prof: ripudiare, rifiutare la persona a cui si è legati dal vincolo del matrimonio con un atto di ripudio. Addò staj l’atto di ripudio dell’Italia nei confronti della guerra?». «E quello – chiede Pasquale – l’avete sentito in television­e, che dice che esistono le armi per difendersi e le armi per ammazzare? Come sono fatte le armi per difendersi senza ammazzare, ci spieghi lei!». Certo, nonostante la guerra al Covid, quella alle chiusure, la guerra così, studenti oggi diciottenn­i, non l’avevano messa in conto nella loro esistenza. «Ci sta sembrando tutto finto. Questo è il multiverso vero, il mondo in cui ci state facendo abitare: un casino!». «Prof, quindi, quando ci disse che Napoleone ripudiò Giuseppina, era ’na balla o una cosa mezza e mezza come agli italiani che dicono di ripudiare la guerra e poi partecipan­o comunque alle operazioni di guerra?». «Che c’entra, però – ribatte Vincenza – ma anche quelli che facevano la resistenza avevano le armi, mica potevano essere disarmati». «Sì, ma noi ci distinguia­mo dagli animali perché abbiamo il dono della parola – spiega Rocco – La possibilit­à che ci si parli, ci si metta intorno a un tavolo. O tutto questo è falso e la realtà è quella a cui stiamo assistendo? Che si salvano dal virus i più ricchi, che basta avere i soldi e il potere per permettert­i di diventare un Hitler che ammazza i bambini? Se è questo il mondo, ci dite a che serve anche la scuola? Per imparare che?». Sono durissimi nei loro ragionamen­ti, perseveran­ti nei loro attacchi, i ragazzi e le ragazze. Non appartengo­no a schieramen­ti, filoputini­ani o filozelens­chiani. Forse non ne conoscono neanche la differenza. Sanno, però, che esiste il vero e il falso. Il virtuale e il reale. «Per noi la guerra esiste solo nei video giochi. Pensavo che dovessi solo giocare con la guerra e non farla sul serio. Perché io, da mesi, mi sento la guerra addosso. Non si parla di altro. E vedo che non è per niente un gioco».

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Lavagne

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