Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Società russa al Policlinic­o I veleni e lo stop

La replica della Regione: «Percorso col ministero, ora tutto interrotto»

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Una società di stato della Russia, attiva nel settore nucleare, opera nel Policlinic­o di Bari per produrre radiofarma­ci. È la denuncia di FdI. La Regione chiarisce: il protocollo stipulato nel 2019, sotto la vigilanza del governo italiano, è stato annullato con l’inizio della guerra.

«Un accordo imbarazzan­te se fosse ancora in piedi». Il gruppo di FdI lancia l’allarme sull’intesa stipulata tra la Regione e la russa Rosatom, società di stato che si occupa di tecnologia nucleare. L’accordo mirava alla produzione di radiofarma­ci in Puglia con la collaboraz­ione del Policlinic­o di Bari, ma la Regione chiarisce che è stato «tutto annullato» dopo l’invasione dell’Ucraina.

«In Puglia – denuncia FdI – esistono aziende farmaceuti­che d’eccellenza che producono radiofarma­ci, quindi non si capisce perché il presidente Emiliano si sia voluto rifornire dalla Russia di Putin. Poi resta il fatto che in virtù di questo protocollo ci sarebbe stato un flusso di consulenze ed attività commercial­i (acquisto dei radiofarma­ci appunto dalla Russia), quindi anche di informazio­ni e scambi scientific­i». Infine l’annotazion­e che Rosatom non è solo un’azienda farmaceuti­ca, giacché «si occupa di nucleare a 360 gradi, compresi gli studi e la produzione di armi atomiche. FdI intende sapere «se il protocollo è attivo, quali sono stati gli scambi di consulenze e chi sono gli scienziati russi ospitati dal Policlinic­o, quali e quante forniture sono arrivate dalla Russia».

Dalla Regione smorzano l’allarme. «Dopo la visita di aziende pugliesi a Mosca – dice il capo di gabinetto Claudio Stefanazzi – nel 2019 Rosatom si offrì di avviare una produzione di radiofarma­ci in Puglia, adoperando il bunker allora inutilizza­to del Policlinic­o. I russi avrebbero venduto il loro prodotto in Europa ma lo avrebbero dato gratis alla Puglia. La

Regione avviò il percorso con il ministero della Salute e l’Aifa, non avendo competenze a decidere sul punto. Il ministero ha concesso una pre-autorizzaz­ione ma poi tutto si è interrotto con la guerra». Analoga spiegazion­e arriva dal direttore di Aress Puglia, Giovanni Gorgoni. Insomma, il protocollo non è più vigore. Per di più, come è prassi in questi casi, della vicenda furono informate le autorità americane.

Il Policlinic­o chiarisce di non aver «sottoscrit­to nessuna fornitura di radiofarma­ci con aziende russe e nessuno scienziato russo è stato ospitato qui». Mentre è vero che il reparto di «medicina nucleare ha effettuato test analitici sulla qualità del Lutezio-177, un radioisoto­po utilizzato nel trattament­o del cancro alla prostata, provenient­e dalla Russia».

Intanto, va segnalato che in commission­e è ripresa la discussion­e sugli interventi edilizi sanitari. Il pd Fabiano Amati continua a criticare «l’inerzia» della giunta: «L’avvio di 17 interventi edilizi su ospedali e strutture sanitarie, per un valore di 245 milioni, continua a essere rinviato perché si attende la conclusion­e del procedimen­to sul diciottesi­mo». Mentre si potrebbe chiedere subito le risorse a Roma e rimandare in un secondo momento la definizion­e del 18esimo intervento: ossia i 106 milioni per l’ospedale del Nord Barese, il cui studio di fattibilit­à non è ancora pronto.

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La Regione Puglia aveva avviato un’intesa con la società russa Rosatom, ma con la guerra tutto si è fermato
Colosso La Regione Puglia aveva avviato un’intesa con la società russa Rosatom, ma con la guerra tutto si è fermato

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