Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Centinaia di candidati in coda per ore Al concorsone è subito falsa partenza
I problemi nella consegna dei tablet ritardano a Foggia l’avvio della prova per 209 posti da impiegato alla Regione
Èstato necessario ricorrere all’intervento della polizia locale per raffreddare gli animi. Momenti di tensione, ieri mattina, alla Fiera di Foggia per l’inizio della prova del concorsone per 209 posti di dirigente e impiegato della Regione Puglia. A causa di problemi sorti nella consegna dei tablet, centinaia di candidati sono rimasti in coda per oltre due ore all’esterno del padiglione. Così la prova, che doveva iniziare alle 10.30, è cominciata alle 13.15. Duro l’attacco di Bellomo, capogruppo della Lega: «Totale disorganizzazione». Ma per l’assessore Stea i ritardi operativi non sono dipesi dalla Regione.
LECCE C’è lavoro nel Salento: 303 posti disponibili, solo per rimanere a quelli inseriti negli elenchi dei Centri per l’impiego, ma offerta e domanda faticano a incrociarsi. Lavoro con contratti anche a tempo indeterminato, verso il quale, come raccontano sempre più spesso gli imprenditori, sembra esservi scarso interesse soprattutto da parte dei giovani.
I Centri per l’impiego dell’Ambito territoriale leccese di Arpal Puglia, l’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro che catalizzano le opportunità occupazionali, hanno già divulgato gli elenchi, settore per settore, inseriti nella finestra temporale compresa tra il 9 e il 16 maggio. Seguiranno report settimanali per aggiornare le offerte che, ogni giorno, vengono comunque pubblicate sul portale lavoroperte.regione.puglia.it, consultabili anche utilizzando l’app “Lavoro per te Puglia”.
Le offerte di lavoro più numerose riguardano i settori del turismo e della ristorazione: si cercano 143 persone da assumere con contratti di lavoro stagionali ma anche a tempo indeterminato. E poi mancano 56 lavoratori nelle multiservizi, 18 negli ambiti delle costruzioni e dell’installazione di impianti, 14 nel commercio, 10 nel metalmeccanico, 8 nel tessile-abbigliamento-calzaturiero, 16 invece nell’ambito delle professioni sanitarie e dei servizi alla persona, 8 coadiutori amministrativi nella Asl di Lecce. Ma si cercano pure modellisti, salumieri, bagnini, banconisti, camerieri cuochi, pizzaioli, infermieri professionali, anche neolaureati, fisioterapisti, tecnici di radiologia, decoratori di ceramiche, ricamatrici.
Soprattutto sono a corto di personale stabilimenti balneari, hotel, ristoranti, bar e in generale le attività che operano direttamente o indirettamente nel settore turistico e dell’accoglienza. «È una vera e propria emergenza – sostiene il presidente della sezione Turismo di Confindustria Lecce, Giovanni Serafino – che riguarda un po’ tutti i settori. Io personalmente ricevo dagli hotel dalle tre alle quattro telefonate alla settimana per ricerca personale, alle quali non posso dare corso perché c’è in giro davvero poca gente disponibile a lavorare. Il problema sta diventando molto serio. Nella mia azienda due persone si sono volontariamente dimesse perché intendevano dedicare più tempo a sé stesse, alla famiglia, alla casa. Io non dico di no, ma in questo modo la cultura del lavoro la perdiamo».
Per i sindacati l’idea piuttosto diffusa che il fenomeno possa essere una conseguenza del reddito di cittadinanza, non sta in piedi. «I sostegni economici statali sono solo una parte del problema – ritiene Giovanni Serafino –, che mi sembra, invece, legato a un cambio di mentalità, a un fatto culturale. È vero che il reddito di cittadinanza può indurre molti a rifiutare lavori precari e stagionali, ma è anche vero che non sempre i lavoratori vengono retribuiti come dovrebbero, quindi, io cercherei le cause anche nei comportamenti poco onesti di quegli imprenditori che non rispettano i contratti. Infine, un tempo - conclude Giovanni Serafino - i ragazzi lavoravano anche per togliersi uno sfizio. Io mi comprai una motocicletta. Oggi gli adolescenti hanno tante cose, dal telefonino allo scooter. Quasi tutto senza sudare».
Giovanni Serafino
È una vera e propria emergenza, anche nella mia azienda c’è chi ha voluto dimettersi