Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Crimini di guerra, inchiesta a Bari di Angela Balenzano

Aperto un fascicolo dalla Procura su impulso di Eurojust. Accertamen­ti sulle atrocità dei russi in Ucraina La polizia ha già ascoltato i profughi. Gli investigat­ori rivelano: «Sono racconti terribili»

- Angela Balenzano

La Procura di Bari ha aperto un’indagine su presunti crimini di guerra commessi da soldati russi su civili ucraini. Il fascicolo d’inchiesta barese è aperto a carico di ignoti per «collaboraz­ione internazio­nale su crimini di aggression­e». Fa seguito alla richiesta avanzata da Eurojust alle Procure presso la Corte penale internazio­nale e nei diversi Stati membri di «conservare, analizzare e archiviare le prove relative a crimini contro l'umanità commessi in Ucraina». A Bari l’indagine, delegata alla Polizia, è coordinata dal procurator­e Roberto Rossi e dall’aggiunto Francesco Giannella.

Un’inchiesta sui presunti crimini di guerra commessi dai soldati russi ai danni di civili ucraini è stata avviata nei giorni scorsi dalla Procura di Bari. Il fascicolo d’indagine, coordinato dal procurator­e Roberto Rossi e dall’aggiunto Francesco Giannella (e delegato alla polizia) è al momento a carico di ignoti. Nasce in seguito alla richiesta fatta da Eurojust (l’agenzia dell’Unione europea per la cooperazio­ne giudiziari­a penale) alle Procure presso la Corte penale internazio­nale e nei diversi Stati membri ai fini di «una collaboraz­ione internazio­nale su crimini di aggression­e». Obiettivo dell’inchiesta barese e non solo, è quello di «conservare, analizzare e archiviare le prove relative a crimini contro l’umanità commessi in Ucraina». Nelle carte dell’inchiesta avl’Ucraina a Bari sono già confluiti i racconti dei tantissimi profughi giunti in Puglia nelle ultime settimane. Secondo quanto emerso da fonti inquirenti, tutti i cittadini ucraini arrivati soprattutt­o in aereo da Cracovia sono stati già ascoltati dalla polizia. «Racconti terribili» dicono gli investigat­ori, ma sui contenuti delle testimonia­nze mantengono il massimo riserbo. Tra i reati che potrebbero essere ipotizzati ci sono anche crimini sessuali, ma soprattutt­o omicidi e violenze di ogni genere.

La richiesta di collaboraz­ione alle Procure è arrivata in seguito ad una nota del Consiglio europeo relativa all’approvazio­ne delle nuove regole, dopo il via libera dei rappresent­anti permanenti presso l’Unione europea, per consentire a Eurojust di conservare le prove relative ai crimini internazio­nali come i crimini di guerra. «Le Procure presso la Corte penale internazio­nale e in diversi Stati membri, così come in Ucraina - riporta la nota - hanno iniziato le indagini su questi eventi. Il coordiname­nto e lo scambio di prove tra le autorità inquirenti nelle diverse giurisdizi­oni è importante per garantire l’efficacia di queste indagini. Inoltre, a causa delle ostilità in corso c’è il rischio che le prove relative ai crimini di guerra non possano essere conservate in sicurezza sul territorio delviata e quindi è opportuno stabilire un deposito centrale in un luogo sicuro. Il progetto di nuove regole - è scritto ancora - permetterà a Eurojust di immagazzin­are e conservare le prove relative ai crimini di guerra, comprese immagini satellitar­i, fotografie, video, registrazi­oni audio, profili Dna e impronte digitali; elaborare e analizzare queste prove, in stretta collaboraz­ione con Europol, e condivider­le con le autorità nazionali e internazio­nali competenti, compresa la Corte penale internazio­nale».

Il Consiglio europeo nelle sue conclusion­i, il 24 e 25 marzo scorso, ha sottolinea­to che la guerra di aggression­e della Russia nei confronti dell’Ucraina viola palesement­e il diritto internazio­nale e sta causando ingenti perdite di vite umane e numerosi feriti tra i civili. Lo scorso mese di aprile la missione di monitoragg­io dell’Onu in Ucraina ha lavorato a lungo per documentar­e le violazioni dei diritti umani a causa dell’offensiva russa. Di qui la richiesta dell’Alto Commissari­o delle Nazioni di potenziare i metodi di raccolta delle prove dei crimini di guerra. Nell’ottica del rafforzame­nto di una cooperazio­ne internazio­nale, l’Unione Europea, ha quindi istituito una speciale squadra investigat­iva con l’obiettivo di ampliare i poteri di Eurojust. È seguita la richiesta di collaboraz­ione delle Procure internazio­nali. Tra i giudici chiamati a valutare i crimini di guerra di cui è accusato Vladimir Putin ci sarà, tra gli altri, anche un italiano: Rosario Salvatore Aitala, 54 anni sarà nel collegio di togati della Corte penale internazio­nale ed è stato scelto per occuparsi della guerra in Ucraina. La drammatica certezza è che non manca materiale per le indagini: sono centinaia le segnalazio­ni che arrivano ogni giorni negli uffici dei procurator­i internazio­nali.

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Le operazioni per il recupero delle salme dei civili massacrati a Bucha, in Ucraina; in basso il procurator­e Roberto Rossi
Orrore Le operazioni per il recupero delle salme dei civili massacrati a Bucha, in Ucraina; in basso il procurator­e Roberto Rossi

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