Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Policlinico, bimbi come supereroi La radioterapia diventa un gioco
Per le cure utilizzate maschere di immobilizzazioni decorate
BARI Spiderman è il più popolare, ma anche Ironman fa la sua bella figura. Del resto per sfidare gli acceleratori lineari, soprattutto se di ultima generazione, meglio avere super poteri. In particolare se si è bambini. E così, per trasformare (quasi) in un gioco le sedute per i trattamenti radianti, nel reparto di radioterapia oncologica del Policlinico di Bari hanno deciso di rendere più simpatiche le maschere termoplastiche di immobilizzazione, necessarie per il corretto posizionamento dei pazienti durante la terapia.
Per alleggerire i lunghi minuti del trattamento dei più piccoli i tecnici di radiologia, colori e pennelli alla mano, hanno deciso di decorarle con le immagini dei supereroi scelte proprio dai bimbi. «Nell’ultimo anno sono stati sottoposti a trattamento bambini affetti da medulloblastomi, linfomi, rabdomiosarcomi, tumori di Ewings, ependimomi, rari tumori ovarici evitando alle famiglie lunghi e complicati viaggi per cure fuori regione», spiega Michele Piombino, direttore dell’unità operativa di radioterapia del Policlinico. «Grazie alla disponibilità delle più moderne ed avanzate tecniche, la radioterapia dell’ospedale universitario barese si pone, ormai, come struttura di riferimento per i trattamenti oncologici pediatrici, al servizio delle regioni meridionali», aggiunge. I trattamenti radianti pediatrici sono erogati con tecnica Vmat (Radioterapia volumetrica ad archi dinamici modulati), ossia con fasci di radiazione modulati, erogati dall’esterno ad archi, in grado di focalizzare con precisione millimetrica la massima dose sul volume tumorale, risparmiando gli organi sani circostanti.
«L’approccio terapeutico è multidisciplinare - prosegue Piombino - e abbiamo una continua interazione con la radioterapia pediatrica dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano». Ma anche la fantasia ha un suo peso. Conclude: «Un percorso esaltante che grazie all’impegno di tutto il gruppo di medici oncologi, radioterapisti, tecnici, infermieri e all’apporto della fisica sanitaria ha portato a superare tanti ostacoli. Un encomio particolare, oltre ai giovani tecnici di radioterapia, va alla dottoressa Loredana Lapadula e al dottor Marco Favetta».