Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Enel, la centrale senza carbone dal 2025
BRINDISI Enel ha confermato che la centrale termoelettrica di Brindisi uscirà dal carbone entro il 2025 e ha annunciato buone prospettive con l’istituzione della Zona franca doganale e con l’insediamento di aziende nel sito della Centrale. In una riunione in prefettura tra i manager della società, il sindaco Riccardo Rossi e i rappresentanti di Filctem, Flaei e Uiltec, preoccupati soprattutto di salvaguardare i livelli occupazionali sia per i dipendenti diretti, che non corrono rischi, sia per l’indotto, maggiormente in pericolo.
«L’azienda ha confermato che il processo di decarbonizzazione va avanti – riferisce il sindaco – e ha ripetuto le linee guida per l’uscita entro il 2025, aggiungendo che non è previsto l’approdo al turbogas. Piuttosto Enel sta lavorando alle fonti rinnovabili per installare all’interno del sito della Centrale impianti fotovoltaici e gli accumulatori». In riunione i manager della società hanno informato che è stata costituita la Enel Logistics per gestire la Zona Franca Doganale, istituita nel sito della Centrale, che prevede vantaggi fiscali e doganali per gli operatori economici che aprono qui le loro attività.
«Enel ci ha detto – continua il sindaco – che ha perfezionato un accordo con un’azienda che produce pale eoliche e un’altra impegnata nell’economia circolare con il recupero della plastica». L’anno scorso, all’atto della presentazione del progetto, Enel Logistics annunciò di voler sviluppare a Brindisi traffici ro-ro, soprattutto nei settori automotive, agrifood, merci refrigerate, materie prime e semilavorati.
Intanto la centrale Federico II ha ripreso un’attività più sostenuta con il carbone, come indirettamente confermato dall’aumento degli sbarchi al porto, sulla scorta delle indicazioni governative legate al particolare momento. Si tratta di un esercizio transitorio la cui durata è fissata, almeno per ora, a sei mesi. «Il governo – ha detto Rossi - deve garantire risorse speciali dal momento il Transition Fund ha ignorato Brindisi».