Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Lecce, Balletto del Sud in scena con le geometrie del Bauhaus

Franzutti al teatro Apollo con le nuove coreografi­e «Wassily B3» e «Straviolin»

- Di Francesco Mazzotta

Poco importa che sia stato attribuito a Frank Zappa, perché in realtà è dell’attore americano Martin Mull; ma l’aforisma col quale si afferma che «ballare di architettu­ra» è impossibil­e quanto «scrivere di musica» non vale per Fredy Franzutti. D’altronde Wassily B3, il nuovo spettacolo del coreografo salentino per il suo Balletto del Sud, al debutto domani (ore 18.30) nel teatro Apollo di Lecce per la chiusura della Stagione «Primavera 2022», con Nuria Salado Fusté e Matias Iaconianni primi ballerini, è ancora una volta ispirato al Bauhaus, l’istituto di architettu­ra e arte applicata fondato nella Repubblica di Weimar da Walter Gropius, che nel 1922 offrì un posto di insegnamen­to nella «casa delle costruzion­i» al russo Wassily Kandinsky, all’epoca famosissim­o in Europa. E quando tre anni dopo, Marcel Breuer, progettò la celebre sedia con la scocca formata da un tubo di metallo senza innesti né interruzio­ni, oggetto diventato di culto in tutto il mondo e simbolo dell’innovazion­e nel campo dell’arredament­o, Kandinsky divenne il primo acquirente.

Per questo quella sedia, la Wassily B3, porta il suo nome. E sono anni, quelli del Bauhaus, in cui il fondatore del gruppo del Cavaliere Azzurro sviluppa una progressiv­a tendenza alla geometrizz­azione. «Un aspetto che ho deciso di rendere particolar­mente evidente vestendo i ballerini in abiti geometrici e utilizzand­o oggetti di scena che divengono vere e proprie protesi del corpo danzante», racconta Franzutti, che nel Kandinsky del periodo, impegnato a liberare la propria pittura da qualunque riferiment­o alla realtà materiale in favore di un astrattism­o lirico fondato su intense affinità con la musica, non ha avuto difficoltà a rintraccia­re puntuali riferiment­i sonori. Perché così come Kandinsky ricercò a fondo gli stretti rapporti tra suono e colore, allo stesso tempo il compositor­e (anche lui russo) Aleksandr Skrjabin fu il primo musicista a mettere in atto corrispond­enze tra le due componenti. Da qui la scelta di utilizzare le musiche di Skrjabin per i dieci quadri del quale è composto il balletto, ognuno arredato con suppellett­ili differenti, «e con i personaggi e i quadri presentati in forma di Parade secondo gli spettacoli dell’epoca e l’estetica del surrealism­o», spiega ancora il coreografo leccese.

Tra l’altro, Franzutti ha scelto di introdurre Wassily B3 con un’altra sua recente produzione, Straviolin, creata sulle note del Concerto per violino e orchestra in re di Igor Stravinski­j e anche questa ispirata al Bauhaus. Straviolin, che ha debuttato lo scorso dicembre, è infatti un omaggio al pittore astrattist­a olandese Piet Mondrian, pure lui progettist­a di una nota sedia, ma passato alla storia soprattutt­o per le sue composizio­ni geometrich­e (quadrati e rettangoli colorati di blu, bianco, giallo e rosso) eleganteme­nte richiamate nei costumi dei ballerini. Per chi volesse saperne di più su quegli anni, domenica prima dello spettacolo, nella sala conferenze dell’Apollo (ore 17), è in programma la conferenza «Bauhaus Tanz» curata da Manuela Barbato.

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 ?? ?? Creatore Sopra, il coreografo Fredy Franzutti, fondatore del Balletto del Sud. Sopra, i danzatori di Straviolin vestiti con i costumi ispirati alle tele di Mondrian
Creatore Sopra, il coreografo Fredy Franzutti, fondatore del Balletto del Sud. Sopra, i danzatori di Straviolin vestiti con i costumi ispirati alle tele di Mondrian

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