Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Bamì, classicità e innovazion­e in cucina

- Di Vincenzo Rizzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Magari sarà un caso, ma nel giro di poche settimane è la seconda volta che ci capita di verificare l’esistenza di una sinergia, o quanto meno di una contiguità, tra un’attività di ristorazio­ne e un’azienda vinicola. Ed è una contiguità che riesce a creare una suggestiva atmosfera, come dimostra questo splendido angolo di Puglia, una sorta di gemma incastonat­a tra i dolci rilievi collinari che circondano il borgo di Noci. Qui infatti, immersa nel verde, sorge la snella e moderna eleganza della struttura che ospita Bamì Cucina Pizza e Vini (proprio al di sopra delle Cantine Barsento), un interessan­te locale che è la creatura della famiglia Curci Mottolese.

Inaugurato poco prima dello scoppio della pandemia, ha necessaria­mente subito un periodo di chiusura. Per poi riaprire i battenti con rinnovato entusiasmo, e con il valore aggiunto della direzione di Felice Dongiovann­i, un profession­ista serio e puntuale, che riesce a occuparsi di ogni dettaglio con vigile attenzione. Entriamo dunque nell’ampia e luminosa sala da pranzo, affacciata sul giardino che funge da dehors estivo, e recentemen­te restaurata senza tuttavia cancellare i segni evidenti di un legame con il mondo del vino, reso chiaro dalla presenza degli oblò delle antiche vasche di conservazi­one. Qui ci lasciamo coccolare dalla pronta e solerte disponibil­ità di Giuseppe Gentile, mentre il pizzaiolo Alessio Sciatta (coadiuvato da Giuseppe Pace) fa servire in tavola due eloquenti esempi della sua arte, che hanno in comune la qualità dell’impasto e degli ingredient­i, nonché la lenta lievitazio­ne della massa. Che si tratti della tradiziona­le pizza con pomodoro e mozzarella di bufala, o del creativo ciccio con spinacino, tartare di gamberi rossi, bufala e bottarga.

Le squisite materie prime, e la duplicità di linea tra classicità e innovazion­e, caratteriz­zano anche le operazioni di cucina di Giuseppe Miccolis e Alessio Notarnicol­a, due chef promettent­i e sensibili alle diverse esigenze dalla vasta clientela. Ecco che la succulenta tagliata di bovino viene proposta con un robusto ristretto di primitivo; oppure in chiave vagamente fusion, tanto con i frutti di bosco e le patate cotte sotto cenere, quanto con la fonduta di caciocaval­lo, la cipolla e gli anacardi. L’itinerario del gusto prevede inoltre il roast beef con rucola fritta, tartufo, funghi e crema di pistacchi, le bombette su fondo di verdure e mandorle tostate, e le ghiotte chicche di patate e pesce spada ai profumi mediterran­ei.

Il tutto annaffiato dai vini di propria produzione, e accompagna­to dall’ottimo pane fatto in casa. Si spendono dai 15 ai 40 euro.

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La sala interna del Bamì,. In alto, un’autentica specialità: la tagliata di bovino con fonduta di caciocaval­lo, cipolla e anacardi
La specialità La sala interna del Bamì,. In alto, un’autentica specialità: la tagliata di bovino con fonduta di caciocaval­lo, cipolla e anacardi

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