Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Malati ma non assistiti» Ospedali, emergenza Oss
Rita Tarantino, comitato misto della Asl di Lecce, ricoverata a Galatina, lancia l’allarme
Ora le sente bruciare sulla sua pelle le ferite di una sanità imperfetta che da anni denuncia nel suo ruolo di presidente del comitato misto dell’Asl di Lecce. E dal suo letto dell’ospedale di Galatina, Rita Tarantino (foto) lancia una drammatica richiesta di aiuto. «Noi malati siamo abbandonati. Mancano gli operatori socio-sanitari che lavano, cambiano e aiutano i pazienti a mangiare».
LECCE Ora le sente bruciare sulla sua pelle le ferite di una sanità imperfetta che da anni denuncia nel suo ruolo di presidente del Comitato misto dell’Asl di Lecce, e da un letto d’ospedale, incapace di muoversi a causa di un ictus, Rita Tarantino lancia una drammatica richiesta di aiuto: «Siamo in una situazione di abbandono. Mancano gli Oss (Operatori sociosanitari, ndr). Qui gli ammalati hanno bisogno di tutto, di essere lavati, cambiati, di essere aiutati a mangiare».
Lei è ricoverata in Terapia fisica riabilitativa all’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina, l’unico servizio pubblico di questo tipo esistente nella Asl di Lecce. Quali sono, in particolare, le criticità che vuole segnalare?
«Ci sono solo cinque Oss per venti ammalati non autosufficienti e non ce la fanno. Solo cinque, anziché sei perché una operatrice è in maternità a non è stata rimpiazzata. Ovviamente devono fare i turni, si danno tanto da fare, ma non basta. Mentre uno di noi ha bisogno di un bicchiere d’acqua perché non riesce a bere da solo, ad un altro gli si deve cambiare il pannolone e deve essere lavato. Nel frattempo c’è chi deve essere accompagnato in terapia. Accudire venti pazienti così critici non è facile e anche se gli Oss ci mettono l’anima non riescono a far fronte alle necessità di tutti noi».
Rimanete per molto tempo in situazioni di precaria igie
ne intima prima che qualcuno provveda alla vostra pulizia?
«Per fortuna ci sono gli infermieri che spesso ci lavano, cercando di farlo prima possibile per evitare il rischio di infezioni. Devono lavarci molto spesso».
Il reparto si occupa della riabilitazione motoria e neuromotoria dei pazienti colpiti da traumi o ictus cerebrali. In questo momento i letti sono tutti occupati?
«Ce n’è qualcuno libero, ma presto arriveranno altri sette pazienti. Questo potrebbe essere un centro di eccellenza perché i fisioterapisti sono bravissimi e il personale straordinario. Ho visto gente entrare incapace di muoversi, come me, ed uscire con le proprie gambe. Sono bravi tutti, anche gli infermieri e gli Oss. Fanno molto più di quello che dovrebbero, ma lavorano in condizioni stressanti».
Come vivete voi pazienti queste problematiche?
«In maniera drammatica. Ora comincia a fare caldo e abbiamo bisogno di bere in continuazione. Per farlo dobbiamo chiamare per forza qualcuno, ma molte volte non c’è nessuno disponibile a porgerci un bicchiere d’acqua».
Questo servizio è stato trasferito a Galatina dall’ex ospedale di San Cesario di Lecce, dove servivano spazi per l’assistenza dei pazienti Covid reduci dalle rianimazioni e dalle pneumologie, ma a quanto pare, non tutto il personale è stato spostato.
«Sì, è così. Purtroppo noi siamo meno importanti dei malati di Covid. Qua noi viviamo una tragedia giornaliera».
Lei, come presidente in carica del Comitato consultivo misto, organismo che affianca la direzione strategica della Asl anche nelle attività di verifica dei servizi sanitari, ha parlato di questa situazione con il direttore generale Rodolfo Rollo?
«Sì, è stato avvisato da me ed è stato avvisato anche il direttore sanitario. Ne ho parlato pure con Rocco Palese (assessore regionale alla Sanità, ndr).
E con il direttore medico dell’ospedale, Giuseppe De Maria?
«Sì, però mi ha risposto che non conosceva la situazione».
Non conosceva una situazione di questo genere nell’ospedale che dirige?
«No, così ha detto. Noi siamo disperati. Come si fa ad andare avanti così, con tanti pazienti che hanno bisogno di assistenza continua?».
È stata prospettata una qualche soluzione a breve termine?
«No, basterebbero due Oss in più. Ne hanno assunti centinaia, ma non si riesce a capire dove siano. Per esempio, nelle unità operative di Medicina che cosa ci stanno a fare? Noi abbiamo bisogno di tutto. Semplicemente abbiamo bisogno di vivere».
La situazione
Gli ammalati hanno bisogno di tutto: di essere lavati, cambiati, di aiuto per mangiare