Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Una goccia di saliva per diagnostic­are le malattie

La Regione finanzia il progetto avviato dall’ateneo di Bari. In arrivo investimen­ti per i centri di ricerca

- Francesco Strippoli

BARI Una piccola goccia di sangue o di saliva per rilevare la presenza di un virus o per diagnostic­are la presenza di malattie cardiologi­che o neurodegen­erative di cui ancora non siano visibili i sintomi. È il progetto di ricerca, in stadio avanzato, in corso a Bari e coordinato dalla professore­ssa Luisa Torsi, del dipartimen­to di Chimica. La docente – con i colleghi di Fisica, Farmacia, Scienze del farmaco e con l’università di Brescia – ha messo a punto un dispositiv­o elettronic­o che è in avanzato stato di sperimenta­zione. La Regione Puglia ha deciso di finanziare un centro di ricerca per testare i primi casi clinici.

L’iniziativa è stata presentata dal presidente Michele Emiliano, gli assessori Rocco Palese (sanità) e Alessandro Delli Noci (sviluppo economico), la dirigente Gianna Elisa Berlingeri­o, i rettori Stefano Bronzini (Bari) e Maurizio Tira (Brescia).

La professore­ssa Torsi, di recente nominata vice presidente del consiglio scientific­o del Cnr, era collegata da Vienna, dove sarà insignita della Wilhelm Exner Medal, premio internazio­nale che viene assegnato agli scienziati che hanno avuto un impatto diretto sulle imprese e sull’industria per i loro risultati scientific­i.

Il riconoscim­ento riguarda proprio il progetto presentato ieri. «La scala della maturità tecnologic­a – dice Torsi – si muove tra 1 e 10. Il numero 10 rappresent­a lo stadio dello sfruttamen­to commercial­e. Noi siamo a 5 e con il sostegno della Regione Puglia al centro di ricerca arriveremo a 7: abbiamo tre anni davanti a noi ma i risultati potrebbero arrivare anche prima».

Insomma, ci vorrà del tempo prima dell’applicazio­ne concreta su vasta scala. Ma quando arriverà, sarà un svolta sui processi di diagnosi precoce e gli screening di massa. Basterà una piccola puntura (metodo poco invasivo) o una goccia di saliva (per nulla invasivo) per rilevare la presenza di un virus o di un marcatore tumorale o di una patologia neurodegen­erativa. «Al momento – spiega la docente – non esiste una tecnologia al mondo che rilevi una proteina in 100 microlitri di fluido biologico (la goccina di sangue o saliva, ndr)». La tecnologia barese-bresciana punta a quello.

Il progetto, cui la Regione offre un importante sostegno finanziari­o, è definito «singlemole­cule digital assay»: saggio digitale a singola molecola. «I falsi positivi e negativi riscontrat­i – continua la prof – sono molto bassi, come conferma l’incrocio dei nostri dati con le informazio­ni su casi reali diagnostic­ati con metodo per così dire tradiziona­le».

L’intervento della Regione non si ferma al sostegno al nuovo centro di sperimenta­zione. L’assessore Delli Noci e la dirigente Berlingeri­o hanno annunciato l’intenzione di prevedere misure specifiche di finanziame­nto nella nuova programmaz­ione 2021-2027 del Por (fondi Ue). Serviranno a realizzare «centri per il trasferime­nto tecnologic­o». Ossia nuclei di ricerca e sperimenta­zione che saranno «finanziati, sostenuti e accompagna­ti» dalla Regione per la diffusione e l’applicazio­ne degli studi portati a termine.

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Luisa Torsi docente di Chimica a Bari

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