Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Magistrati in sciopero L’Anm: «Una riforma pericolosa»
Anche i magistrati baresi dell’Anm, come in tutta Italia, ieri hanno scioperato contro la riforma della giustizia, ritenendola «una riforma ritorsiva»: sono stati 216 su 313 i magistrati del distretto di Corte di Appello di Bari che hanno aderito allo sciopero. «Qualcuno ha definito inopportuno lo sciopero di oggi (ieri, ndr) - ha detto il presidente dell’Anm di Bari, Angelo Salerno - io lo ritengo pericoloso perché evidentemente c’è qualcosa di davvero grave contro cui si sta muovendo, a favore dei cittadini. Ci aspettiamo che questo segnale forte che è stato deciso da tutti i magistrati d’Italia, consenta di riaprire un dialogo e tenere debitamente conto delle posizioni dell’Anm nel processo legislativo ancora in atto. Ciò che desta maggiori perplessità ha aggiunto - sono i criteri introdotti per la valutazione della professionalità del magistrato, che appaiono poco chiari e suscettibili di interpretazioni pericolose per l’indipendenza del magistrato, tali da inibire l’attività giudiziaria rendendo meno serena la decisione del giudice, a danno soprattutto dei cittadini che di fronte a quel giudice si troveranno». Secondo il procuratore di Bari, Roberto Rossi, l’astensione «è il nostro modo di dire di no alla cultura che c’è dietro questa disciplina che sta per essere approvata e cioè l’idea che la responsabilità della crisi della giustizia sia tutta dei magistrati».
«L’avvocatura ritiene la riforma dell’ordinamento giudiziario un primo passo, valutandola con favore nella parte in cui essa ha recepito alcune istanze imprescindibili della categoria - ha detto il presidente dell’Ordine degli avvocati di Bari, Serena Triggiani, - su tutte, il voto nei Consigli giudiziari dove, da sempre, avrebbe dovuto esprimersi la voce responsabile dell’avvocatura, compartecipe della giurisdizione». «L’efficienza prima del carrierismo, la giustizia sostanziale e non la giustizia sensazionalista questa è la direzione in cui procede la riforma - ha detto Francesco Paolo Perchinunno, presidente dell’associazione italiana Giovani Avvocati.