Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
A Taranto la prima italiana di Lady Blackbird
Avolte è davvero molto semplice intravedere la grandezza. Ce la si trova davanti al’improvviso, spiazzante. Impatta ed emoziona: in tempi di musica di plastica non è cosa da sottovalutare. Lady Blackbird, al secolo Marley Munroe da Farmington, Michigan, è una delle grandi voci soul-jazz contemporanee. Il suo primo disco Black Acid Soul è rivelatore, sin dalle prime note. Un esordio che trasuda padronanza e tecnica vocale, ma che colpisce soprattutto per il potente impatto emotivo delle sue undici canzoni.
A cominciare proprio dalla traccia d’apertura, Blackbird di Nina Simone, che ha ispirato anche il nome d’arte Lady Blackbird e che qui introduce al suo fascinoso mondo, tra fumosi jazz club e struggenti ballad. Una voce di cui nei prossimi anni sentiremo parlare tanto. Ma che intanto si potrà ascoltare, per la prima volta in Italia, grazie al tour organizzato da Bass Culture, in tre date esclusive, a partire da domani sera al teatro Orfeo di Taranto con l’Orchestra Magna Grecia, poi, il 19 al Blue Note di Milano e il 21 maggio all’Alcazar di Roma.
Black Acid Soul è composto di cover rivisitate con grande gusto e personalità e inediti come la sensuale Five Feet Tall e Fix It costruita su Peace Piece del pianista jazz Bill Evans. Tra i brani rivisitati, Nobody’s Sweetheart con assolo del trombettista Troy Andrea, It’s Not That Easy di Reuben Bells & The Casanova, Lost And Looking di Sam Cooke e Beware the Stranger, ispirata a Wanted Dead or Alive dei Krystal Generation. Gilles Peterson l’ha definita la Grace Jones del jazz: le eredità si sprecano, nella sua vocalità fuori dall’ordinario si possono ritrovare tracce di tutte le grandi del passato, da Billie Holiday a Gladys Knight, passando per Sarah Vaughan, Chaka Khan e Amy Winehouse. Ma l’impressione è di un’artista di grande personalità, raffinata e aspra al tempo stesso, incredibilmente cool, che non intende assomigliare a nessuno, solo stupirci con la sua magica voce.
«Devo tutto al mio produttore Chris Seefried (in passato autore per Prince) – ha ammesso la cantante – mi ha aiutato a trovare la strada per esprimere chi sono e mi ha fatto rinascere come Lady Blackbird».