Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Fidanzati uccisi Per la difesa l’omicida non è imputabile
«Non imputabile, perché affetto da disturbi dello spettro autistico e psicotico, che hanno inciso sulla sua volontà di intendere e di volere quando ha compiuto l’omicidio. Un delitto commesso senza crudeltà né premeditazione, ma con dolo d’impeto e con rabbia, per ottenere una folle ricompensa da un essere supremo e compiuto da un ragazzo che va curato». La difesa di Antonio De Marco (in foto) - il killer reo confesso dei fidanzati Daniele De Santis ed Eleonora Manta, uccisi a coltellate il 21 settembre 2020 a Lecce nel loro primo giorno di convivenza tenta così di smontare le accuse della procura. L’obiettivo è ribaltare la perizia psichiatrica dei consulenti della Corte d’Assise sul ventiduenne di Casarano, studente di Scienze Infermieristiche ed ex coinquilino della coppia, alla sbarra con le accuse di duplice omicidio, aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà.
Chiedendo una nuova perizia per il loro assistito (rigettata dai giudici perché «non assolutamente indispensabile per la decisione»), gli avvocati Andrea Starace e Giovanni Bellisario hanno contestato in aula sia le aggravanti riconosciute dalla pubblica accusa sia le modalità d’esecuzione, l’approccio definito «sconcertante e fin troppo sbrigativo» - ed anche le conclusioni dei periti della Corte d’Assise, secondo cui De Marco sarebbe stato ritenuto capace di intendere e volere al momento dei fatti, benché affetto da un «grave disturbo narcisistico della personalità del sottotipo covert». L’avvocato Starace ha chiesto per l’imputato «l’individuazione di una struttura adeguata in cui poter seguire un corretto percorso terapeutico» e il riconoscimento del vizio parziale di mente e l’attenuante della collaborazione.
Qualora fossero effettivamente escluse le aggravanti della crudeltà e della premeditazione, De Marco potrebbe essere giudicato con rito abbreviato e, dunque, beneficiare dello sconto di un terzo della pena. Per lui, la procura ha invocato l’ergastolo con isolamento diurno per un anno. Nella prossima udienza del 7 giugno, eventuali repliche e la sentenza.