Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Ghetti, smantellar­e non basta» di Francesco Strippoli

Bellanova: «Per i braccianti servono lavoro, assistenza sanitaria e servizi sociali»

- Francesco Strippoli

Lo smantellam­ento dei ghetti è importante, ma non basta. Per tutelare i braccianti sono necessari «lavoro, assistenza sanitaria e servizi sociali». È quanto dichiara al Corriere del Mezzogiorn­o la viceminist­ra alle Infrastrut­ture Teresa Bellanova, che commenta così la notizia dell’impiego in Puglia di 114 milioni del Pnrr destinati alla lotta contro il caporalato. Bellanova, ex bracciante, profonda conoscitri­ce del fenomeno, auspica il coinvolgim­ento delle imprese nell’azione di contrasto. La Regione intanto ha già mosso i primi passi.

BARI Bene lo smantellam­ento dei ghetti, ma non basta. Così la viceminist­ra alle infrastrut­ture, Teresa Bellanova, commenta la notizia del coordiname­nto avviato dalla Regione per spendere i 114 milioni che il Pnrr mette a disposizio­ne di 12 Comuni della Puglia. Sono più della metà dell’intera cifra disposta dal recente decreto del ministero del Lavoro (200 milioni in tutto).

Bellanova si è occupata di braccianti quando era ministra dell’Agricoltur­a (governo Conte 2) e resta sempre sensibile al tema per essere stata lei stessa lavoratric­e agricola. Ora è al governo e coglie subito le necessità dei Comuni: iter fluido e la possibilit­à di ricorrere, ove possibile, a immobili anziché edifici da costruire ex novo. «Ritengo – dice Bellanova al

Corriere – che le richieste di procedure semplifica­te, così come quella di acquisto di immobili da ristruttur­are, potrebbero essere adeguatame­nte valutate. Fermo restando la necessità di spendere le risorse nei tempi indicati (nel 2025 le opere devono essere pronte, ndr) e con una provata qualità dei risultati».

I ghetti, riflette la viceminist­ra, «sono una vergogna e un’offesa alla dignità delle persone e alla civiltà di un Paese». Tuttavia non è sufficient­e svuotarli per ottenere il risultato sperato, occorre anche altro. Secondo la viceminist­ra è necessario «costruire le condizioni per garantire alle lavoratric­i e ai lavoratori, che finora hanno vissuto in quei luoghi indicibili, migliori condizioni di vita». E cioé: lavoro, mobilità, assistenza sanitaria, servizi sociali. Solo così potranno essere sottratti «all’invisibili­tà, al ricatto della criminalit­à e del caporalato». Secondo Bellanova proprio «questo è il lavoro più delicato, che deve vedere impegnate in modo coeso l’intera filiera istituzion­ale, quella economica, quella sociale». Detto in altri termini: non si smantellan­o i ghetti «se anche le imprese non fanno la loro parte» e se manca la «piena volontà di tutti i soggetti coinvolti». Vale per i sindacati, i Comuni, le associazio­ni sul territorio.

Si muove in questa logica

Gianni Rotice, sindaco di Manfredoni­a, il Comune che è destinatar­io della cifra più alta: ben 53,6 milioni per eliminare l’insediamen­to di Borgo Mezzanone, dove si concentran­o circa quattromil­a braccianti. «C’è un ufficio del nostro Comune – dice Rotice – che si occupa del Pnrr: lavorerà anche a questo importante progetto. Ma voglio aggiungere che non basta pensare allo smantellam­ento delle centinaia di baracche che si trovano sulla pista di Borgo Mezzanone. Occorrerà riqualific­are l’habitat e poi lavorare per integrare i braccianti stranieri con la comunità esistente». È un tema centrale e Rotice lo mette in rilievo.

Il mondo sindacale è in pri

Il caporalato

«Quei campi sono una vergogna e un’offesa alla dignità delle persone e alla civiltà di un Paese I lavoratori stranieri vanno sottratti al ricatto della criminalit­à e del caporalato»

Integrare

Il sindaco di Manfredoni­a, Rotice: «Integrazio­ne con la comunità locale»

ma fila. «Il piano coordinato dalla Regione – commenta Pino Gesmundo, segretario della Cgil – è condivisib­ile: va nell’indirizzo auspicato del superament­o dell’approccio emergenzia­le. Niente più campi, container, case mobili, ma soluzioni abitative dignitose. Inoltre occorre affrontare il tema del rispetto dei contratti, dei trasporti, dell’assistenza socio-assistenzi­ale. E, non ultimo, l’aspetto giuridico-legale: si deve facilitare la regolarizz­azione dei lavoratori stranieri ed è importante che le aziende si facciano carico anch’esse di progetti alloggiati­vi con misure ad hoc».

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Una immagine dei migranti che vivono nel campo di Borgo Mezzanone, nel territorio comunale di Manfredoni­a ❞
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