Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’ultimo viaggio dei due marittimi
Rimorchiatore affonda al largo di Bari, fra le vittime un paio di pugliesi. Aperta un’inchiesta
Èdi tre morti e due dispersi il bilancio del naufragio avvenuto a a circa 50 miglia dalla costa di Bari, dove un rimorchiatore partito da Ancona e diretto in Albania è affondato. Unico superstite è il comandante, 63enne siciliano. Le 11 persone a bordo del pontone che il rimorchiatore trainava sono salve. La Procura di Bari ha aperto un’inchiesta per naufragio e omicidio colposo per ora carico di ignoti.
BARI Fino all’ultimo istante i soccorritori dopo aver recuperato tre corpi hanno tentato di ritrovare anche gli altri due componenti dell’equipaggio che ancora mancavano all’appello. Nonostante le cattive condizioni del mare con onde alte fino a due metri e il forte vento. Tre morti e due dispersi è al momento il drammatico bilancio della tragedia in Adriatico avvenuta nella notte tra mercoledì e giovedì a 53 miglia dalle coste baresi, in acque internazionali tra Italia e Croazia dove un rimorchiatore italiano, il «Franco P» appartenente alla flotta della società Ilma di Ancona, è affondato in pochi istanti.
I cinque membri dell’equipaggio due pugliesi (di Bari e Molfetta), due marchigiani e un tunisino, tra i 58 e 65 anni, non avrebbero avuto neppure il tempo di dare l’allarme. L’unico superstite, il sesto a bordo, è il comandante Giuseppe Petralia, 63 anni, di Catania, salvato dopo essere rimasto per ore aggrappato ad un salvagente: è ricoverato all’ospedale Di Venere di Bari ed è in buone condizioni. Tutte salve le undici persone (italiane) a bordo del pontone che il rimorchiatore partito da Ancona stava trainando verso il porto di Durazzo, in Albania.
La cronaca della notte e dell’intera giornata di ieri raccontano che alle 21 circa di mercoledì la Centrale operativa della guardia costiera di Roma ha ricevuto un segnale di allarme cospas-sarsat (si tratta di un sistema satellitare di localizzazione, ndr) lanciato dal pontone: il rimorchiatore «Franco P» stava affondando. Si è così attivata la macchina dei soccorsi con l’invio di mezzi navali sul posto e messaggi di allerta diretti a tutte le navi che si trovavano nell’area dell’affondamento affinché si dirigessero verso il punto indicato.
La guardia costiera di Bari ha coordinato i mezzi militari e civili: cinque mercantili, oltre a diverse unità della guardia costiera e della guardia di finanza. Sono stati coinvolti anche velivoli della Marina militare, dell’Aeronautica e dell’aviazione croata. Un aereo «Manta» ha sorvolato un’area molto vasta di circa 90 miglia alla ricerca dei dispersi. A recuperare il comandante del rimorchiatore è stata la motonave «Split» di bandiera croata dirottata sul posto dalla Capitaneria di porto di Bari. Le tre salme ritrovate sono state riportate a terra da una motovedetta della guardia costiera di Bari e poi trasferite all’istituto di medicina legale per il riconoscimento da parte dei familiari che per tutta la giornata di ieri sono stati assistiti negli uffici della Direzione marittima. Al momento dell’affondamento - stando alla ricostruzione della dinamica del naufragio - si è sganciato il cavo di rimorchio e il
Leone
Non hanno avuto il tempo di mettersi in salvo
Bellomo
Vicini alle famiglie, addolorata per la perdita di vite umane
pontone finito alla deriva con le 11 persone a bordo, (unici testimoni oculari dell’accaduto) è stato agganciato qualche ora più tardi da un altro mezzo navale: il suo arrivo nel porto di Bari è previsto all’alba di questa mattina.
La Procura barese ha aperto un’inchiesta con le ipotesi di reato di naufragio e omicidio colposo al momento a carico di ignoti: le indagini sono coordinate dal procuratore Roberto Rossi e dalla sostituta Luisiana Di Vittorio. Le cause dell’affondamento al momento non sono ancora ben chiare. Non si esclude un cedimento strutturale, un’avaria o un impatto con qualcosa in mare, forse con lo stesso pon
tone che stavano rimorchiando. Il recupero della scatola nera sarà difficile perché il mare in quel tratto è profondo mille metri. «Speriamo di avere qualche elemento in più nel momento in cui riusciremo ad ascoltare con maggiore serenità il comandante che al momento è l’unico sopravvissuto dell’equipaggio di sei persone e saranno ascoltate anche le 11 persone a bordo del motopontone - spiega l’ammiraglio Vincenzo Leone, comandante regionale della Guardia costiera Puglia - verosimilmente la repentinità dell’affondamento non ha consentito all’equipaggio di utilizzare i mezzi di salvataggio. Lo stesso allarme non è arrivato dal rimorchiatore ma dal motopontone che si è accorto che la situazione di emergenza e subito dopo aver lanciato l’allarme ci ha comunicato che il rimorchiatore era già affondato».
La Capitaneria di porto sta infine verificando l’eventuale inquinamento del mare. «Il rimorchiatore ha a bordo casse di combustile piene - aggiunge ancora l’ammiraglio e speriamo che alla tragedia delle persone non si aggiunga anche un’emergenza di inquinamento ambientale».
«È una giornata terribile per la Puglia, due gravissimi incidenti sul lavoro hanno colpito la nostra comunità. Tragedie come queste sono ferite profonde che non possono, non devono accadere» ha detto il governatore pugliese Michele Emiliano.
«Seguiamo la vicenda e non possiamo far altro che addolorarci per le perdite di vite umane» ha detto invece il prefetto di Bari, Antonella Bellomo che ieri pomeriggio è andata negli uffici della Capitaneria per incontrare i familiari delle vittime.