Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Perde il dottorato, minaccia il direttore e una ricercatrice Indagata per stalking
Lecce, l’inchiesta a Nanotecnologie biomolecolari
LECCE «Ma sei almeno consapevole che non ho preso il dottorato per colpa tua? Se non sei nemmeno consapevole, sei da tso. Prima o poi lo avrai». È soltanto una delle numerose email che una dottoranda dell’Università del Salento - convintasi irragionevolmente che il collegio dei docenti avesse disposto la sua decadenza dal dottorato avrebbe inviato al direttore e ad una ricercatrice del Centro per le nanotecnologie biomolecolari dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Lecce, ritenendoli responsabili di avere tramato ai suoi danni.
Decine di messaggi di posta elettronica dal tenore minatorio e denigratorio spediti alle caselle elettroniche dei due malcapitati, arrivando a compromettere il loro quotidiano equilibrio e procurando loro perduranti e gravi stati d’ansia e paura, fino ad arrivare addirittura a temere per la propria incolumità.
La protagonista della vicenda è una dottoranda originaria del Brindisino, finita sotto inchiesta a Lecce per atti persecutori, come riportato nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del pm Luigi Mastroniani.
Un’aspirante al dottorato di ricerca che si trasforma in stalker per una sua immotivata convinzione, così forte da non riuscire a trattenersi dal molestare e tormentare telematicamente direttore e dipendente del centro di ricerca, nonostante fosse già destinataria di un ammonimento del questore di Lecce, datato dicembre 2020. Lo stalking ai danni del direttore del Cbn di Lecce e della ricercatrice - stando all’accusa – infatti, sarebbe iniziato dal 25 febbraio 2020 e sarebbe proseguito fino all’antivigilia del Natale dell’anno successivo.
«Mi avete distrutto la vita, avete regalato articoli e dottorati a cani e porci e mi avete minacciata di morte o licenziamento in caso avessi fatto denuncia», riporta una email inviata dall’indagata al direttore del Cbn. Mentre in un’altra scrive: «Per te è giusto dare il dottorato a tutti e non a me? Io adesso voglio vendetta, tanto la giustizia non funziona». Numerosi anche i messaggi di posta elettronica recapitati sia alla ricercatrice che alla sorella della donna. «Mi sono stancata della vostra cattiveria…Credi che finisca qui?», recita una email per la ricercatrice. Mentre, rivolgendosi alla sorella di quest’ultima, scrive: «Carissima, tu hai preso il dottorato? Beh io avrei voluto prendere il mio, ma per colpa di tua sorella questo non è avvenuto».
Difesa dall’avvocato Alexia Pinto, l’indagata potrà ora chiedere di essere ascoltata dal pm o depositare le proprie memorie difensive, prima che il magistrato decida eventualmente di richiederne il rinvio a giudizio.