Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Welfare, patto fra Università e Comune «Miglioreremo gli interventi sociali»
L’assessora Bottalico: «Sarà un nuovo modello di ricerca e di analisi»
BARI È stato firmato lo scorso lunedì un protocollo d’intesa tra il Comune e l’Università di Bari, al centro dell’accordo la collaborazione che il dipartimento di Scienze Politiche guidato dal direttore Giuseppe Moro fornirà all’assessorato al Welfare di Francesca Bottalico. «Sottoscriveremo nei prossimi giorni l’accordo con il centro interdipartimentale dell’Università per realizzare delle collaborazioni sul monitoraggio qualitativo degli interventi sociali», ha spiegato l’assessora. Poi continua, «quello messo in campo è un nuovo modello di ricerca e di analisi che si realizzerà nei servizi che abbiamo. È una collaborazione che permetterà di costruire modelli di monitoraggio per verificare l’efficacia degli interventi, piuttosto che l’impatto delle azioni e dei servizi che già esistono sul territorio».
Lato Ateneo, sarà il Ci.For.Mef a fare da sponda con l’assessorato e a coordinare il lavoro del dipartimento. «Si tratta di un centro con taglio specificatamente interdisciplinare – spiega Katia Balenzano, ricercatrice di sociologia del dipartimento – non si tratta solo di sociologi ma anche di giuristi, economisti e medici provenienti dal mondo legale. Nasce specificatamente per fare ricerca con taglio interdisciplinare sui temi dell’accoglienza e della tutela dei minori in famiglie vulnerabili». È la stessa ricercatrice a spiegare il ruolo che gli studenti avranno in questo percorso, «immaginiamo che il contatto con gli studenti possa essere legato dall’attività di tirocinio, ovvero dai percorsi di laboratorio delle tesi di laurea. I nostri studenti del corso di scienze del servizio sociale fanno tirocini pre-laurea anche presso strutture e servizi del welfare comunale. Il contatto con il Ci.for.mef è importante perché mette insieme la formazione del dipartimento e la ricerca che si realizza attraverso la partecipazione a studi più grandi da parte dei laureandi». Rispetto ai modelli innovativi di monitoraggio Balenzano ne individua uno su tutti, «noi abbiamo creato un protocollo con Uniba e l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche per la sperimentazione di un modello di valutazione del benessere del minore in ottica multidimensionale. Questo noi vorremmo testarlo per esempio presso i centri servizi per le famiglie, così che l’assesment sul minore non sia impressionistico ma di valutazione strutturata. L’obiettivo è orientare la presa in carico ma anche aiutare gli operatori a valutare l’efficacia del loro operato. E’ un modello testato in Piemonte, vorremmo portarlo anche qui in Puglia».