Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Dallo Strega un incentivo alla lettura
Il 7 luglio a Roma sarà proclamato il vincitore del premio letterario più amato e odiato d’Italia Dopo Mariateresa Di Lascia (1995) e Nicola Lagioia (2015) sarebbe il terzo scrittore a farcela
S arà un premio Strega pieno di Puglia, quello che – quasi certamente, a meno di colpi di scena – verrà assegnato a Spatriati di Mario Desiati il prossimo 7 luglio. Il Corriere del Mezzogiorno aveva anticipato questa eventualità, non tanto per il coinvolgimento verso un romanzo e uno scrittore degnissimi di questo riconoscimento quanto per le numerose «tracce pugliesi» rinvenute lungo il cammino del premio più amato e insieme più odiato d’Italia.
Rivelati i finalisti di quest’anno (Mario Desiati con Spatriati; Claudio Piersanti con Quel maledetto Vronskij; Marco Amerighi con Randagi; Veronica Raimo con Niente di vero; Fabio Bacà con Nova; Alessandra Carati con E poi saremo salvi; Veronica Galletta con Nina sull’argine), l’edizione più affollata di sempre con 74 libri in gara e addirittura 7 in finale agli osservatori più attenti restituisce sostanzialmente tre fonti di dibattito: che a contendersi il premio saranno 4 romanzi dello stesso gruppo editoriale (Mondadori, Einaudi e Rizzoli) sui 7 rimasti in gara, a conferma del fatto che nonostante gli aggiustamenti al regolamento i meccanismi dello Strega restano pesantemente imbrattati di potere editoriale; che comunque vada la Puglia ne uscirà vittoriosa, vuoi per i favori del pronostico che ricadono tutti su Mario Desiati vuoi perché il romanzo della Raimo è largamente ambientato nella regione fatata e magica che siamo stati bravi a incidere nell’immaginario collettivo; infine che dopo Mariateresa Di Lascia (1995, Passaggio in ombra) e Nicola Lagioia (2015, La ferocia), Desiati potrebbe essere il terzo pugliese a vincere lo Strega: prestigio letterario che pochissime altre regioni possono permettersi di esibire.
Tre argomenti molto distanti tra loro per natura e spirito di osservazione, tre spunti che però dicono – ciascuno a proprio modo – la stessa cosa. Innanzi tutto che la Puglia compensa un’antica e irrisolta sete di conoscenza con una smania folcloristica di partecipazione, con un’esigenza provincialistica di presenza (l’intera carovana dello Strega sarà ospite delle Vecchie Segherie a Bisceglie il 2 luglio, e dopo la cerimonia conclusiva a Il Libro Possibile di Polignano) senza uguali, ma proprio per questo anche senza logica.
La Puglia che porta a Villa Giulia uno dei suoi autori migliori – per non parlare della cifra umana di Mario Desiati, persona davvero perbene – e che viene rappresentata come di rado le era successo in uno dei romanzi rivelazione dell’anno (Niente di vero di Veronica Raimo), è in fin dei conti la stessa regione che legge meno in Europa, la stessa terra che ha fatto del semianalfabetismo (13% residenti) e della dispersione scolastica (11% della popolazione studentesca fa perdere le tracce di sé dopo le medie, quando ci arriva) una specie di «parente scemo» da nascondere durante le cene con gli amici. La Puglia che potrebbe piazzare – ne avremmo bisogno, anche solo per ricordare a noi stessi che un conto è la narrativa e un altro le saghe su commissione dettate da compiacenti località turistiche – il suo terzo Strega, è la stessa regione che ammucchia festival come feticci, ammassa rassegne e passerelle, organizza saloni (?) del libro da un giorno all’altro chiedendo agli editori locali sforzi economici che in proporzione superano quelli di Torino e Roma.
Dentro questa logica così, la speranza è che l’assai probabile vittoria di Desiati diventi un modo per parlare di queste cose senza vergognarsene, per affrontare questi argomenti – drammatici, se si pensa che alle nuovissime generazioni di pugliesi i libri sono oggetti quasi ignoti – senza buttarla a tutti i costi in politica e senza cedere alla consolazione «che in fin dei conti noi stiamo male, ma gli altri non stanno meglio».
Ma è lo stesso Desiati a dire al Corriere come la pensa, sul punto e più in generale sul momento della Puglia. «Io mi focalizzo sui nostri maestri; vorrei cogliere l’occasione di questo mese in giro con Spatriati per mettere a fuoco gli spiriti di quella stanza di cui parlo nell’ultimo capitolo del mio romanzo – auspica Desiati –. Per esempio, per non eludere il tema, voglio tirare fuori Maria Marcone, che finalmente sta tornando in libreria grazie all’editore La Meridiana. Scrisse, la grande Maria Marcone, in Pugliesi nel bene e nel male, che i pugliesi sono “individui dal Dna speciale a causa dei geni provenienti da ogni punto cardinale. Sono paragonabili al millenario ulivo, l’uno diverso dall’altro, tutti, però, con umile ma titanica dimostrazione di vitalità, miracolo di fantasia e spesso di bizzarria che li accomuna”. Proprio come quegli ulivi che oggi si arrugginiscono nelle crepe della terra, esposti al vento e al mare, aspettano la stagione giusta per dare i loro frutti e quando muoiono sono torti, rugosi ma hanno ancora le radici ben piantate a terra».
Ci sono narratori e poeti pugliesi – si pensi a Cosimo Argentina, Livio Romano, Mirko Sabatino, Francesco Dezio, Maria Pia Romano, Antonella Lattanzi, Claudio Damiani, Omar Di Monopoli, Gabriella Genisi e Andrea Piva solo per citarne alcuni – che non aspettano altro che impegnarsi per la loro terra in modo finalmente utile, per dare vita a una necessaria stagione di consapevolezza. Molti di loro insegnano nelle scuole, là dove comincia il dramma della diserzione dei pugliesi dai libri. Si potrebbe ripartire da questa disponibilità. E da quella del Corriere del Mezzogiorno, che molto ha scritto e tanto ancora potrebbe fare sul tema. Facciamo in modo che questa «Puglia giallo zafferano», così attratta dallo Strega, prenda il meglio da questa eventuale affermazione e lavori all’emarginazione del peggio. Quindi dedicare tutto – progetti di lettura condivisa, recupero dei minori a rischio e soprattutto coraggio del dissenso, oggi totalmente assente a causa di una classe intellettuale mummificata dal pensiero unico del nostro governatore tuttofare – alla memoria di Alessandro Leogrande e Anna Lucia Lomunno, un’altra pugliese che allo Strega ci è andata da protagonista (Rosa sospirosa, 2001). Che dite, ci state?