Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il vaiolo delle scimmie Un caso anche in Puglia
È un 36enne di Conversano reduce da un viaggio in Egitto
BARI Sarebbe rientrato da un viaggio in Egitto fatto circa 40 giorni fa il 36enne residente a Conversano, in provincia di Bari, che ha contratto il vaiolo delle scimmie, una infezione di origine virale dal nome inglese «monkeypox». È il primo caso in Puglia accertato dal laboratorio di epidemiologia molecolare del Policlinico di Bari guidato dalla professoressa Maria Chironna, cui l’uomo si è rivolto attraverso il suo medico, insospettito dai sintomi, come i linfonodi ingrossati, accompagnati da lesioni tipiche della malattia, insorti dopo il ritorno a casa. «L’incubazione di questo virus – spiega Chironna - va dai 3 giorni alle 3 settimane. Per questo sulla origine della infezione, se contratta o meno nel suo viaggio in Africa, occorre essere molto cauti. Sono in corso le indagini epidemiologiche. Sembra che il viaggio in Africa, a quanto avrebbe dichiarato, risalga a oltre 40 giorni fa che è un periodo di tempo un po’ incompatibile con i tempi di incubazione della malattia. Aver identificato il primo caso anche in Puglia era comunque un dato atteso, considerata l’insorgenza in altre regioni italiane e in paesi europei, sebbene in modo ancora limitato».
Sulle modalità con cui il virus si trasmette, Chironna spiega che sono i contatti molto stretti e promiscui a fare la differenza. «Per contatti stretti – dice – intendiamo anche e soprattutto rapporti sessuali non protetti e stretta vicinanza con soggetti infetti, anche attraverso la saliva e i droplets. Occorre sottolineare – spiega Chironna – che però la trasmissione per via aerea non è la stessa che per il Covid 19, molto più trasmissibile».
Niente allarme, dunque, ma «allerta sì sulla presenza di un nuovo virus – avverte Chironna – non bisogna sottovalutare la comparsa di questi casi in aree dove prima il virus non aveva mai circolato». I casi di infezione nei paesi extraafricani, rileva Chironna, riguardano in maniera prevalente la popolazione maschile. «L’auspicio – prosegue la professoressa – è che si tratti di casi secondari e che l’infezione si possa esaurire nel breve periodo».
Sulla possibilità di ricorrere ai due vaccini disponibili, di cui uno approvato dall’Fda americana, Chironna la ritiene «prematura. Il quadro epidemiologico al momento non lo richiede».
Il 36enne al momento non presenta particolari problemi e si trova in isolamento domiciliare. Il dipartimento di prevenzione della Asl di Bari sta effettuando il tracciamento dei contatti stretti dell’uomo. Anche l’assessore regionale alla Sanità, Rocco
Palese, invita alla calma. «L’identificazione del caso – dice Palese – non deve destare allarme. Abbiamo imparato che i virus non conoscono barriere e arrivano in poco tempo in diversi paesi. Il virus del vaiolo delle scimmie – prosegue l’assessore, che è un medico - si trasmette attraverso contatti molto stretti e ravvicinati con persone che hanno l’infezione e anche attraverso rapporti sessuali. Proprio perché il virus si trasmette attraverso contatti stretti la malattia non è facilmente diffusibile. Pertanto, non c’è da preoccuparsi – conclude - ma è importante che tutti i possibili casi siano accertati».
«L’identificazione del primo caso di infezione da virus monkeypox – sostiene il direttore del dipartimento regionale della Salute, Vito Montanaro - testimonia come l’allerta del Ministero non è stata sottovalutata dalla Regione».