Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Dal «Technicolor Dream» anni ’60 al videomapping di oggi
A Taranto il lavoro visivo di Hermes Mangialardo dedicato alla band di «Dark Side of the Moon»
Il movimento psichedelico americano è esploso già da tempo. E dagli Stati Uniti un giorno arrivano in Inghilterra Joel e Toni Brown, marito e moglie, discepoli del guru Timothy Leary. Il 15 ottobre 1966, alla Roundhouse di Londra, c’è una festa per la fondazione dell’International Times (IT), rivista destinata a diventare l’organo ufficiale dell’Underground. Sul palco, oltre ai Soft Machine, sono attesi i Pink Floyd, che non hanno ancora inciso un disco ma si sono fatti un nome sotto la gestione di Peter Jenner e John Hopkins (il primo un professore della London School of Economics, il secondo un cibernetico a spasso) dai quali Andrew King prenderà in mano le redini del gruppo qualche anno dopo.
Quella sera ci sono molte celebrità in sala, tra cui Paul McCartney e il regista Michelangelo Antonioni, che a Londra sta girando Blow-Up e qualche anno dopo utilizzerà alcuni pezzi dei Pink Floyd per Zabriskie Point. La band ha già sperimentato l’uso dei light show alla All Saints Hall. E quella sera ci pensano i coniugi Brown a proiettare delle diapositive psichedeliche durante il concerto, preludio a quello che accadrà tra il 29 e 30 aprile 1967 all’Alexandra Palace con il Technicolor Dream, uno spettacolo di luci e proiezioni della durata di quattordici ore che raggiunge l’apice quando, all’alba, inizia la performance dei Floyd.
Realizzato con strumenti decisamente artigianali, il Technicolor Dream ricorda per certi aspetti i videomapping di oggi. E il Medimex ne ha uno in programma dedicato proprio alla band britannica: un’opera tridimensionale di Hermes Mangialardo, curata da Valentina Iacovelli per il progetto Contempo, che dal 16 al 19 giugno verrà proiettata alle 20.30 sulle mura del Castello Aragonese. Intitolata «I
Pink Floyd dalle porte dell’alba al muro», l’opera è un omaggio alla storia della leggendaria rock band, che viene celebrata abbracciando la sua produzione dall’album d’esordio The Piper at the Gates of Dawn a The Wall, la monumentale creazione di Roger Waters sul tema dei muri mentali e fisici dai quali siamo circondati. Sarà uno spettacolo sulle note di Wish You Were Here, One of These Days, Tre Great Gig in the Sky, Comfortably Numb e altri brani, tra cui See Emily Play, il singolo con cui i Pink Floyd (dopo la censura radiofonica subita da Arnold Layne per i contenuti immorali) nel 1967 riuscirono a spiccare definitivamente il volo.