Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Camilla Gurgone a Lecce: pizze (finte) in galleria
Domani alle ore 19, alla Kunstschau Contemporary Place di Lecce, si inaugura la «Pizzeria casa Kunstschau», installazione ambientale di Camilla Gurgone (Lucca, 1997), vincitrice della prima edizione di «Kocca Kunstschau Open Call for Contemporary Art». L’artista interviene travolgendo lo spazio della galleria e insediando al suo interno una vera e propria attività professionale, in questo caso una pizzeria, come indicato dal titolo. Alla base della sua ricerca, concentrata nel progetto «Full Time Jobs», esteso anche ad altri ambienti di lavoro, c’è il proposito di avvicinare il pubblico ad una dimensione in grado di coniugare un’analisi sociologica con una lettura ironica del tema. Su tale registro, l’artista toscana si applica per riprodurre, perlopiù in ceramica, gli elementi che rimandano inequivocabilmente al contesto di riferimento, una pizzeria da asporto, per l’appunto, rieditando forno, bancone, menù e quanto serve per renderla immediatamente riconoscibile e utilizzabile come tale. Per questo motivo, il fronte realistico si potenzia grazie ad una specifica modalità di fruizione che agevola l’aspetto partecipativo dell’evento mediante una vera e propria vendita online delle «pizze». Realizzate (solo per l’opening) con una performance dell’artista/pizzaiola, sono consegnate in galleria o a domicilio da un servizio di delivery. Fino alla data di chiusura della mostra, il 25 giugno, il servizio di consegna, su un totale di 100 pezzi in edizione limitata, resterà attivo con possibilità di prenotazione sul sito della galleria (www.kunstschau.it). Con un curriculum che vanta già riconoscimenti importanti e presenze internazionali, Camilla Gurgone si inscrive in una tradizione che presenta l’opera come un laboratorio, uno spazio privato offerto alla collaborazione con il pubblico e alla sua conseguente socializzazione. L’interazione tra l’installazione e lo spettatore, nel lavoro di Gurgone, si basa sull’accettazione di una simulazione, differentemente da altri artisti per cui l’opera si compie, per esempio, nell’atto del cucinare (Tiravanija docet) e di mangiare realmente il cibo durante un rito collettivo. Invece, gli avventori della pizzeria Kunstshau condividono innanzitutto una finzione, come in un gioco infantile, dove il «fare finta» consente di attivare punti di vista inusuali e relazioni sperimentali.