Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Brescia, una vita da “secondo” «Sono in serie A con il Monza ma tutto è partito da Bitonto»
Tranese, passato da calciatore, oggi fa il vice di Stroppa «Il mio amico Mignani? Sono sicuro, in B farà bene»
C’è un po’ di Puglia nel Monza guidato da Giovanni Stroppa che ha conquistato la prima storica promozione in serie A. Il successo dei brianzoli porta anche la firma di Pino Brescia, 55enne nativo di Trani, da 6 stagioni vice allenatore di Stroppa. Un binomio che ha ottenuto altri importanti risultati, come l’approdo in B del Foggia (201617) oltre alla Supercoppa di Lega Pro e il gran salto del Crotone nella massima serie (luglio 2020). «Ho raggiunto dei traguardi importanti ma quella indimenticabile serata di Pisa che ha sancito la prima volta del Monza in A è stata da brividi – sottolinea Pino Brescia che nel ruolo di centrocampista ha disputato ben 23 campionati, di cui 20 tra B e C - una finale playoff emozionante per come si è dipanata lungo i 120 minuti dove nei supplementari il Monza ha dimostrato tutta la sua forza segnando i 2 gol decisivi. Un trionfo incredibile, merito di tutti».
Pino Brescia, regista dai piedi buoni, nella sua carriera ha ottenuto traguardi prestigiosi. Ha appeso le scarpe bullonate al chiodo dopo una stagione in D con il Bitonto. Da lì è partita la sua esperienza di tecnico.
«Ho sempre avuto una predilezione per il ruolo dell’allenatore. La prima volta a Bitonto, poi la Berretti della Spal e alcune squadre dilettantistiche. Per una serie di eventi mi è stata offerta la possibilità di fare il vice e da allora è cominciata questa esperienza che mi sta regalando tante soddisfazioni. Cerco soprattutto di dialogare con i calciatori. Nel 2014 ho affiancato De Zerbi sulla panchina del Foggia, vincendo l’anno dopo la Coppa Italia di Lega Pro».
A Monza, dove ha recitato una parte importante anche il barlettano Nicola Di Bitonto come preparatore dei portieri, Pino Brescia ha vissuto un’annata straordinaria.
«La società è sicuramente il punto di forza. Berlusconi e Galliani hanno trasferito tutta la loro competenza e professionalità all’ambiente, alla squadra. Loro due operano in perfetta simbiosi e nonostante tutto quello che hanno conquistato con il Milan, hanno una mentalità vincente che fa la differenza, così com’è avvenuto in questo campionato. Galliani, che ricorda a menadito date e circostanze dei trionfi rossoneri, ci ha seguito da vicino passo dopo passo senza farci mai mancare sostegno e fiducia, anche nei momenti difficili. Berlusconi è una sorta di demiurgo. Ha sempre creduto nella promozione. Spesso negli spogliatoi ci diceva: “dobbiamo fare il possibile per andare in A quest’anno, perché poi in B ci saranno Genoa, Cagliari, Venezia e altre squadre di rango come Brescia, Parma e lo stesso Bari. E così è andata».
A proposito del Bari, il suo amico Mignani ha centrato l’obiettivo già al primo anno sulla panchina biancorossa.
«Sono felice per lui, a Bari non è mai facile vincere. È stata davvero una grande impresa. Con Michele ho condiviso un paio di campionati alla Spal, in C1 e in B. Era appena ventenne, ma aveva già tanta personalità e carattere. Sembrava un veterano, dentro e fuori dal campo. Credo che farà bene anche nel prossimo campionato. Io resterò al Monza, con Stroppa, sperando di essere protagonisti anche in serie A».