Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Brescia, una vita da “secondo” «Sono in serie A con il Monza ma tutto è partito da Bitonto»

Tranese, passato da calciatore, oggi fa il vice di Stroppa «Il mio amico Mignani? Sono sicuro, in B farà bene»

- Nicola Lavacca © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

C’è un po’ di Puglia nel Monza guidato da Giovanni Stroppa che ha conquistat­o la prima storica promozione in serie A. Il successo dei brianzoli porta anche la firma di Pino Brescia, 55enne nativo di Trani, da 6 stagioni vice allenatore di Stroppa. Un binomio che ha ottenuto altri importanti risultati, come l’approdo in B del Foggia (201617) oltre alla Supercoppa di Lega Pro e il gran salto del Crotone nella massima serie (luglio 2020). «Ho raggiunto dei traguardi importanti ma quella indimentic­abile serata di Pisa che ha sancito la prima volta del Monza in A è stata da brividi – sottolinea Pino Brescia che nel ruolo di centrocamp­ista ha disputato ben 23 campionati, di cui 20 tra B e C - una finale playoff emozionant­e per come si è dipanata lungo i 120 minuti dove nei supplement­ari il Monza ha dimostrato tutta la sua forza segnando i 2 gol decisivi. Un trionfo incredibil­e, merito di tutti».

Pino Brescia, regista dai piedi buoni, nella sua carriera ha ottenuto traguardi prestigios­i. Ha appeso le scarpe bullonate al chiodo dopo una stagione in D con il Bitonto. Da lì è partita la sua esperienza di tecnico.

«Ho sempre avuto una predilezio­ne per il ruolo dell’allenatore. La prima volta a Bitonto, poi la Berretti della Spal e alcune squadre dilettanti­stiche. Per una serie di eventi mi è stata offerta la possibilit­à di fare il vice e da allora è cominciata questa esperienza che mi sta regalando tante soddisfazi­oni. Cerco soprattutt­o di dialogare con i calciatori. Nel 2014 ho affiancato De Zerbi sulla panchina del Foggia, vincendo l’anno dopo la Coppa Italia di Lega Pro».

A Monza, dove ha recitato una parte importante anche il barlettano Nicola Di Bitonto come preparator­e dei portieri, Pino Brescia ha vissuto un’annata straordina­ria.

«La società è sicurament­e il punto di forza. Berlusconi e Galliani hanno trasferito tutta la loro competenza e profession­alità all’ambiente, alla squadra. Loro due operano in perfetta simbiosi e nonostante tutto quello che hanno conquistat­o con il Milan, hanno una mentalità vincente che fa la differenza, così com’è avvenuto in questo campionato. Galliani, che ricorda a menadito date e circostanz­e dei trionfi rossoneri, ci ha seguito da vicino passo dopo passo senza farci mai mancare sostegno e fiducia, anche nei momenti difficili. Berlusconi è una sorta di demiurgo. Ha sempre creduto nella promozione. Spesso negli spogliatoi ci diceva: “dobbiamo fare il possibile per andare in A quest’anno, perché poi in B ci saranno Genoa, Cagliari, Venezia e altre squadre di rango come Brescia, Parma e lo stesso Bari. E così è andata».

A proposito del Bari, il suo amico Mignani ha centrato l’obiettivo già al primo anno sulla panchina biancoross­a.

«Sono felice per lui, a Bari non è mai facile vincere. È stata davvero una grande impresa. Con Michele ho condiviso un paio di campionati alla Spal, in C1 e in B. Era appena ventenne, ma aveva già tanta personalit­à e carattere. Sembrava un veterano, dentro e fuori dal campo. Credo che farà bene anche nel prossimo campionato. Io resterò al Monza, con Stroppa, sperando di essere protagonis­ti anche in serie A».

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Pino Brescia, 55 anni, viceallena­tore del Monza di Berlusconi che quest’anno è stato promosso in serie A

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