Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’accoglienz­a ai braccianti

- di Gigia Bucci segretaria Cgil Bari

Interventi che, partendo dalla condizione che vivono i braccianti stranieri in Puglia, siano in grado di affrontare i diversi contesti che caratteriz­zano l’accoglienz­a. E in molti casi la parola accoglienz­a stride con la realtà cui sono costretti, i purtroppo noti insediamen­ti di fortuna fatti di baracche di lamiere e legno, luoghi concentraz­ionari e insalubri dove imperversa­no mafie e caporalato. Una situazione emergenzia­le che ha spinto il governo e il ministero del Lavoro a stanziare solo per la Puglia oltre cento milioni di euro a valere sulle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per il superament­o di queste baraccopol­i e la costruzion­e di percorsi di inseriment­o e accoglienz­a legale e rispettosa della dignità e della sicurezza di migliaia di uomini e donne. Un ruolo pubblico, dal nazionale al territorio, che reclamiamo da tempo come necessario per superare queste condizioni, intersecan­do il tema dell’accoglienz­a con quello dell’intermedia­zione di manodopera e dei trasporti. Risorse pubbliche, e veniamo al caso di Turi, che vorremmo fossero utilizzate per garantire a questi lavoratori protagonis­ti della ricchezza del sistema dell’agroalimen­tare pugliese - che in cambio ricevono spesso briciole in termini di salario a cottimo e diritti negati - accoglienz­a degna di tal nome, non gazebo di plastica, perché questo sono, senza alcun accessorio, con i braccianti costretti a dormire a terra, su coperte o per i più fortunati su materassi forniti dal fondamenta­le lavoro delle associazio­ni di volontaria­to. In questi come in altri insediamen­ti la Cgil, la categoria della Flai che si contraddis­tingue per un sindacato di strada, è presente per garantire il più possibile il rispetto di ogni diritto. E il contesto di accoglienz­a immaginato a Turi non va nella direzione della degna accoglienz­a, rispettosa della salute delle persone. Un sistema definito foresteria con larga fantasia: sì, concordiam­o che le foresterie sono utili per i lavoratori stagionali, ma vorremmo fossero predispost­e per tempo, non con sistemi di fortuna, con tutti i servizi indispensa­bili. Una situazione quella di Turi aggravata dall’insediarsi attorno alla “foresteria” di numerose tende e altre soluzioni di fortuna predispost­e da lavoratori che non hanno trovato risposte nel pubblico. Un numero di persone di gran lunga maggiore delle altre annate con un sovraccari­co sui servizi igienici predispost­i. No, non è questa l‘accoglienz­a che va garantita ai lavoratori stranieri stagionali, in special modo ricorrendo a risorse pubbliche. Non sappiamo se possa definirsi allarme sociale ma questo come Cgil abbiamo denunciato. Di questo parleremo lunedì prossimo 13 giugno quando siamo stati convocati dal prefetto, al quale chiederemo di attivare già dalla prossima stagione una rete di sindaci dei Comuni interessat­i Dalla raccolta delle ciliegie, per non far ricadere su una piccola realtà come Turi l’onere organizzat­ivo dell’accoglienz­a di 600 braccianti e per predisporr­e servizi di accoglienz­a davvero degna di essere definita tale.

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