Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Spazio ai collettivi nella Ruruhaus diretta dal Ruangrupa
Apre il 18 giugno a Kassel Documenta XV, la quinquennale rassegna di arte contemporanea, nata nel 1955 per curare le ferite della guerra preannunciandosi epocale, come accade per ogni edizione. Intanto perché è firmata da un collettivo, i Ruangrupa, fondato nel 2000 a Jakarta, che opera in assenza di infrastrutture locali e in condizioni politicamente ostili. E poi perché, bypassando l’artecrazia dominante, propone una settantina di presenze, perlopiù collettivi anch’essi, con una voluminosa rappresentanza di biopic (black, indigenous and people of color) provenienti da paesi in via di sviluppo. Pochissimi gli occidentali, fatta eccezione per sparuti gruppi da Berlino, Londra, Usa, da dove arriva anche l’unico noto Jimmie Durham, nativo americano di origini cherokee, scomparso di recente. Ruangrupa, il cui nome significa pressappoco spazio per l’arte, ha partecipato a numerose biennali internazionali e per Documenta XV stringe il focus sui drammi del presente causati da capitalismo e antropocentrismo rapaci.