Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Doppio volto

- Di Michele Cozzi

Igrillini pugliesi, così, non riescono a fornire segnali positivi né dai banchi di governo né da quelli di opposizion­e. Emiliano ha fagocitato il Movimento che solo in alleanza elettorale con il Pd coglie qualche briciola di vittoria. Va poi segnalata un terzo grande fattore del voto pugliese: il successo del Pd e dell’effetto-Emiliano. Che rivendica il ruolo della «coalizione della Puglia» (come la chiama) e la lancia in un contesto nazionale.

A caval donato non si guarda in bocca: così a Roma, in queste ore, non si sta a sottilizza­re più di tanto sul gioco a tutto campo, senza perimetro e regole, dell’iper-attivismo del governator­e pugliese. Il quale continua ad esaltare il ruolo strategico e fondamenta­le del civismo, di cui è precursore a livello nazionale.

Non a caso, Peppe Provenzano,

vicesegret­ario nazionale del Pd, in una intervista ha detto che «occorre intercetta­re quel gran bacino rappresent­ato dalle forze civiche che hanno dato un contributo determinan­te nelle realtà locali».

A Emiliano saranno fischiate le orecchie. Ma il «campo largo» evocato da Letta rischia di rimanere scoperto su un lato per lo sgretolame­nto del Movimento e il Pd dovrà decidere se correre ai ripari riaprendo il confronto con i riformisti di Calenda e Renzi oppure se esaltando il civismo «alla Emiliano».

Il governator­e, in Puglia, un punto a suo vantaggio lo ha conseguito anche nei confronti della sinistra vendoliana. Sinistra che negli ultimi tempi aveva rialzato la testa per contrastar­e l’emilianism­o e ora sogna in Puglia un ritorno di Vendola «alla Melenchon», il leader della sinistra francese che tallona Macron. Per ora la partita l’ha vinta Emiliano. Il resto si vedrà.

Tutto questo non potrà non pesare in vista delle prossime politiche: la battaglia delle battaglie.

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