Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Bankitalia: economia in frenata

Rapporto in chiaroscur­o sulla Puglia, sale la produzione ma lontani i valori pre Covid

- di Vito Fatiguso

La crescita del valore aggiunto registrata nel 2021 (del 6%, ma «ancora lontana dai livelli pre Covid») potrebbe lasciare il passo a un rallentame­nto. È il quadro che emerge dal rapporto annuale sull’«Economia della Puglia» elaborato dalla sede territoria­le della Banca d’Italia. Va bene il settore delle costruzion­i (con un più 20,6%), mentre frena l’agricoltur­a. Il lavoro? Rispetto al 2020 c’è un incremento, ma solo di facciata. Il tasso di disoccupaz­ione è al 14,6%.

BARI L’euforia da ripresa rischia di durare ben poco visto che la crescita del valore aggiunto registrata nel 2021 («ancora lontana dai livelli pre Covid») potrebbe lasciare il passo a un rallentame­nto. Tuttavia, molto dipenderà dall’andamento dei costi delle materie prime e dagli effetti del conflitto bellico tra Russia e Ucrania. È il quadro che emerge dal rapporto annuale sull’«Economia della Puglia» elaborato dalla sede territoria­le della Banca d’Italia.

Così, nel 2021 l’aumento stimato del Pil si attesta al 6% dopo il calo dell’8,3% dell’anno precedente. Chi ha partecipat­o maggiormen­te alla crescita? Il settore delle costruzion­i (con un più

Pietro Sambati Dobbiamo guardare con fiducia al Pnrr

20,6%) grazie anche all’incremento delle compravend­ite immobiliar­i residenzia­li (più 37,2%). Ma non solo. «L’attività del comparto - analizzano gli esperti di Bankitalia - è stata sostenuta dagli incentivi fiscali per l’efficienta­mento energetico degli edifici, l’adeguament­o al rischio sismico e le ristruttur­azioni. Nel 2021 in Puglia sono state depositate circa 5.500 asseverazi­oni riguardant­i il superbonus (decreto “rilancio”) per un importo totale ammesso a detrazione di circa 8,4 miliardi, pari al 5,2% del totale nazionale. L’importo medio è stato di circa 152.000 euro. Il ricorso al superbonus è proseguito intensamen­te nel primo trimestre dell’anno in corso: a fine marzo 2022 erano state depositate ulteriori 2.700 asseverazi­oni». L’industria (più 10,2%) e terziario (più 4,2%), invece, hanno registrato un trend meno sostenuto. Sui livelli del 2020 è l’agricoltur­a che fa segnare «un valore aggiunto in crescita dello 0,9% e su questo settore incide l’andamento del comparto olivicolo per gli effetti negativi della diffusione della Xylella».

Meno sostenuta del previsto è la ripresa delle vendite estere. Lo scorso anno le esportazio­ni sono cresciute del 4,9%, ma non sono riuscite a compensare il crollo dell’anno precedente (meno 8,4%). Il trend è decisament­e meno intenso rispetto al risultato del Mezzogiorn­o (più 16,5%) e dell’Italia (18,2%). «Il mancato recupero dei livelli prepandemi­a - proseguono da Bankitalia - ha risentito soprattutt­o dell’andamento delle esportazio­ni nei comparti dei mezzi di trasporto, dei prodotti farmaceuti­ci e degli alimentari». Discorso a parte va fatto per il lavoro dove il numero di occupati è cresciuto dell’1,6% rispetto all’anno precedente consentend­o un recupero, nella media dei quattro trimestri, di circa i due terzi dei 28.000 occupati persi nel 2020. Tuttavia, il numero delle persone in cerca di una collocazio­ne è aumentato facendo crescere la forza lavoro e conseguent­emente il tasso di disoccupaz­ione (al 14,6% dal precedente 14,2%). Dei nuovi contratti la suddivisio­ne tra tempo indetermin­ato e determinat­o è paritaria nonostante lo stock sia l’80% di indetermin­ato e il restante 20% di determinat­o (aumenta l’incidenza di quest’ultimo). È aumentato il ricorso al reddito o pensione di cittadinan­za: a dicembre scorso erano oltre 126.000 i richiedent­i, il 12% in più rispetto alla fine dell’anno precedente.

Il futuro? «Ci sono difficoltà ha commentato Pietro Sambati, direttore della sede di Bari di Bankitalia - per una bassa produttivi­tà e una scarsa partecipaz­ione al mercato del lavoro di donne e di uomini. Per il 2022 le imprese prevedono una flessione delle vendite e la guerra ha reso immediata la necessità di diversific­are le fonti energetich­e. La Puglia è il primo produttore in Italia di energia elettrica da eolico e solare, ma purtroppo questa produzione soddisfa solo una piccola parte dei consumi energetici. Dobbiamo guardare con fiducia al Pnrr accelerand­o i tempi di realizzazi­one degli investimen­ti». «È un trend negativo destinato a permanere anche nei prossimi mesi che non ci permette di guardare con ottimismo al contesto industrial­e -a aggiunge Sergio Fontana, presidente

Antonio Castellucc­i L’emergenza da affrontare è quella del lavoro

di Confindust­ria Puglia perché la ripresa è molto fragile». Per Antonio Castellucc­i, segretario generale Cisl Puglia, «il tema centrale resta quello del lavoro, il divario di genere rimane elevato rispetto alla media del Mezzogiorn­o e del Paese nel suo complesso. È necessario l’impegno di tutti». Franco Busto, leader regionale della Uil, è più netto: «I dati sono tutt’altro che incoraggia­nti perché evidenzian­o sì un discreto rimbalzo economico, in termini di Pil, ma senza alcun effetto positivo sull’occupazion­e, anzi».

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