Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Cinema fuori, con Lynch riapre il «Quattro Palme»
Noir morboso e intellettualistico, Mulholland Drive è una lussuosa e strana storia hollywoodiana raccontata dal dandy del cinema americano, David Lynch, in un film uscito nel 2001 e considerato uno dei suoi capolavori. Il pubblico barese potrà rivederlo stasera alle 21 nell’Arena 4 Palme (corso Italia 15), la sala all’aperto del Multicinema Galleria, in versione restaurata, originale e sottotitolata. Quello che il creatore di Twin Peaks offre in questo film è un grande sogno, un incubo, un viaggio tortuoso attraverso le vicissitudini di una giovane donna che arriva a Hollywood con l’illusione del successo, per poi trovarvi l’altra faccia della medaglia, quella più oscura e perversa. Cercare di riassumere questo film è un po’ come anticipare le sorprese, i colpi di scena della storia apparentemente incentrata su due ragazze, Betty e Rita (Naomi Watts e Laura Harring) – una appena arrivata a Hollywood alla caccia del ruolo giusto e l’altra, smemorata, sopravvissuta ad un incidente – conviventi in una casa di Los Angeles. Nel mezzo compaiono avidi produttori, killer quasi comici alla Tarantino, registi cornuti, cowboy, nani, cantanti in playback e altre figure classiche dell’universo di Lynch, personaggio poliedrico, già cantante, disegnatore di tazzine da caffè, fumettista e guru della meditazione trascendentale. Brillante e inquietante quindi, Mulholland Drive è anche un film con una dimensione fortemente erotica e umanamente intima, un misto di illusione e identità rivelate. «Facciamo come nei film, facciamo finta di essere altre persone», dice Rita a Betty. E ad un certo punto della storia lo saranno veramente. Le interpretazioni di Naomi Watts e Laura Harring sono straordinarie. La Watts è dotata di una fluidità tecnica fulminea: un’ingenua, un’attrice e poi un’ex attrice. Il volto della Harring in primo piano è imponente e sensualmente tragico, una maschera di orrore. Una sorta di Maria Callas intensa e silenziosa. Difficile star dietro a tutte le divagazioni che il film propone. Come in ogni lavoro di Lynch l’inizio è avvincente. Si gode almeno di un’ora di cinema puro, perturbante, sensuale. Si apprezza la capacità dell’autore di creare atmosfera, suspense e tensione con elementi minimi. Poi va a finire che neppure il regista si accorge di quello che sta raccontando. Però lo racconta a meraviglia.