Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Idrogeno e mobilità Il futuro parte da qui»

Sergio Camporeale, docente del Politecnic­o di Bari «Le fonti fossili legate alle vicende geopolitic­he»

- Giuseppe Daponte

L’automotive pugliese sembra in balìa di una tempesta perfetta. Per uscirne, ora più che mai, si confida soprattutt­o nell’ottimismo della ragione del Politecnic­o di Bari, che «da 30 anni – rileva Sergio Camporeale, docente nell’ateneo in motori a combustion­e interna, sistemi energetici avanzati e produzione distribuit­a dell’energia - persegue l’obiettivo di rendere il territorio attrattivo per nuovi investimen­ti. Ora può e deve puntare a diventarlo sui fronti mobilità sostenibil­e, digitale e nuovi combustibi­li, come lo è stata in passato per il common rail».

Come?

«Investendo in ricerca e formazione, creando sinergie tra mondo della ricerca e aziende del territorio».

E al Politecnic­o?

«Vari progetti di ricerca che derivano dal Pnrr. Uno, su scala nazionale, sull’impiego dell’idrogeno nella mobilità, sia nei sistemi di propulsion­e che nelle infrastrut­ture per l’alimentazi­one dei veicoli. E un altro sulle energie del futuro. Tra tutte, l’idrogeno può avere un ruolo importante, soprattutt­o se verde. Nostri gruppi di ricerca ne studiano l’integrazio­ne con le reti alimentate da fonti rinnovabil­i». Ha costi ancora elevati? «Un anno fa le avrei risposto “sì”. Ma, dopo i forti rincari e le fluttuazio­ni del prezzo del gas, la situazione è cambiata. E, al di là del prezzo, la prospettiv­a, dopo la guerra in Ucraina, è quella di eliminare le fonti fossili in tempi più rapidi di quanto previsto da Cop21 e 26».

E l’auto del futuro?

«Difficile dirlo. Ci sono ancora troppi elementi di incertezza. Per ridurre le emissioni in città sembra imporsi la mobilità elettrica, con mezzi condivisi più che di proprietà. Purché si investa in infrastrut­ture di ricarica, ancora poche, soprattutt­o al Sud, e sulla ricerca di nuove batterie e sull’uso delle energie rinnovabil­i per produrre energia elettrica. Si tenga conto che, sotto un certo chilometra­ggio, oggi l’auto elettrica è meno sostenibil­e di quella convenzion­ale, se ne consideria­mo l’intero ciclo di vita».

Il destino delle fonti fossili? «Ora è legato anche alle vicende geopolitic­he. Potrebbero rimpiazzar­le i combustibi­li liquidi da fonti rinnovabil­i, neutri per emissioni di CO2 o di altri gas climaltera­nti, e con infrastrut­ture più semplici per distribuzi­one e stoccaggio rispetto all’idrogeno. Quest’ultimo però consente rifornimen­ti più rapidi e più autonomia rispetto all’elettrico. Ha ancora criticità ma per i grandi motori è tra le strade più percorribi­li, applicabil­e, magari con tecnologie ibride, anche a navi, aerei e treni. Non a caso l’anno scorso abbiamo stipulato accordi di ricerca con Isotta Fraschini, Bosch e AvioAero».

È solo un sogno una Hydrogen valley in Puglia?

«No. Ma è complicato far convergere tanti interessi e superare vari ostacoli burocratic­i per creare aree dove integrare le reti di produzione di fonti rinnovabil­i con produzione e stoccaggio dell’idrogeno. La politica, però, mi pare sempre più sensibile al tema».

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 ?? ?? Sergio Camporeale (nella foto), docente al Politecnic­o di Bari in motori a combustion­e interna, dice: «Si cresce investendo in ricerca e formazione, creando sinergie tra mondo della ricerca e aziende»
Sergio Camporeale (nella foto), docente al Politecnic­o di Bari in motori a combustion­e interna, dice: «Si cresce investendo in ricerca e formazione, creando sinergie tra mondo della ricerca e aziende»

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