Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’insidia doppia

- di Silvio Suppa

Il problema, insomma, non è solo di stampo amministra­tivo, come quando, per esempio, diversi Comuni rientranti nello stesso comprensor­io territoria­le, si consorzian­o per scopi collettivi, ciascuno con l’impegno di una quota delle risorse in cassa. Qualcuno deve spiegare al Paese se intende tornare a modificare il Titolo V della Costituzio­ne, o se spera di procedere con qualche leggina minimalist­a, affinché nessuno si accorga del valore politico del disegno di intaccare il solidarism­o fiscale, cardine dell’economia del nostro Paese.

In via generale, va subito detto che non

è possibile mettere le mani sulla Carta costituzio­nale, come è stato fatto più di una volta nel XXI secolo. La Costituzio­ne ha il compito di dare costrutto giuridico allo Stato, forma e regola di fondo; diversamen­te potremmo parlare di semplice statuto o di una legge suprema, laddove alla nascita della Repubblica si scelse la via della Costituent­e e poi di una Costituzio­ne che escludeva federalism­o e regionalis­mo, e stabiliva una procedura complessa, da ripetere due volte, per qualsiasi cambiament­o. Un così rigoroso margine di salvaguard­ia della Costituzio­ne oggi deve essere richiamato, anche se i sostenitor­i di una nuova distribuzi­one dei poteri fra centro e periferia regionale dovessero scegliere il mezzo di una comoda leggina che celi la valenza politica della loro operazione.

Il confronto già avviato nel Consiglio regionale pugliese non lascia tranquilli; alcuni gruppi puntano ad evitare che il prossimo volume di spesa sia registrato

sulla spesa definita nel passato, e hanno visto nella parificazi­one dei livelli essenziali di prestazion­i (Lep) un baluardo preliminar­e alla definizion­e del potenziale di spesa per il futuro. È un avvertimen­to fondato; ma lascia la questione nel ventre di un economicis­mo che non mette in campo tutte le difese contro un’insidia alla Costituzio­ne capace di modificare la natura del nostro Stato, con tutte le sue regole di democrazia e di rispetto eguale delle leggi, essendo eguali le leggi stesse, dalle Alpi all’ultima punta della Sicilia. Al momento non è certo che i partiti intendano evitare ogni rischio di federalism­o sostanzial­e comunque mascherato; se è così, allora si muova concretame­nte il Mezzogiorn­o, per scongiurar­e che un apparente vantaggio nella spesa di una regione pseudo-sovrana, compromett­a nel profondo l’eguaglianz­a di tutte le regioni e l’eguaglianz­a di tutti i cittadini, lasciando tal quale il divario fra Nord e Sud.

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