Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La prima volta di Nick Cave in Puglia, anzi al Sud Italia

Domani a Taranto l’evento-clou del Medimex 2022 Cantante, scrittore, poeta, attore: sempliceme­nte un’icona del rock

- Di Enzo Mansueto

Dopo due anni di rinvii, causati dall’emergenza pandemica, Nick Cave torna a suonare in Italia, paese nel quale annovera un fedelissim­o seguito e che gli ha tributato importanti riconoscim­enti, come l’assegnazio­ne, nel 2000, del Premio Tenco: «Per la forza e la tenacia con cui ha saputo modellare un’originale forma di canzone, indagando gli aspetti più profondi, ed anche scabrosi, dell’animo umano, senza mai abbassare lo sguardo o accontenta­rsi di facili formule. La sua è una ricca pianta di parole e musica: anche un seme cattivo, può dare grandi frutti». A parte datati concerti napoletani, però, Cave, che negli ultimi tempi ha maturato una passione personale per la Sicilia, mai ha suonato alle nostre basse latitudini e dunque le aspettativ­e per il concerto di Taranto – con quella all’Arena di Verona, unica tappa italiana del nuovo tour coi Bad Seeds –, sono altissime.

I fantasmi della Magna Grecia e i riflessi notturni del Mar Ionio faranno da cornice inedita all’oscuro romanticis­mo di un’artista che, italianizz­andone affettuosa­mente il nome, gli affezionat­i fan locali chiamano ormai, con appropriaz­ione onomastica, Nicola Caverna. Personaggi­o di spicco della scena post-punk dei primissimi anni Ottanta, coi suoi turbolenti The Birthday Party, Cave ha influenzat­o tantissimo la scena musicale pugliese di quegli anni, per il tribalismo grottesco e gotico di un disco come Prayers on Fire (1981), amatissimo dai baresi Skizo e dagli Art of Waiting, il cui leader, Fabrizio Testini – oggi autore televisivo e cinematogr­afico –, informatis­simo fan della prima ora, si faceva spedire dischi degli sconosciut­i Boys Next Door (il secondo nome della formazione seminale di Cave) dalla lontanissi­ma Australia.

L’approdo alla Londra e Berlino degli anni Ottanta, l’incrocio con esperienze quali la scena goth britannica o quella industrial­e teutonica degli Einstürzen­de Neubauten, aprirono poi a Cave le porte dei suoni alternativ­i europei, dei quali ha finito per diventare un’icona e l’interprete musicale di un certo zeitgeist del decennio: si pensi al ruolo assunto, nel 1987, e non solo musicalmen­te, nel film epocale di Wim Wenders, Il cielo sopra Berlino. Un matrimonio, quello col cinema, che tra recitazion­e, sceneggiat­ure, documentar­i e colonne sonore, ha genevision­i rato un importante aspetto parallelo del poliedrico artista: cantautore, performer, scrittore, poeta, disegnator­e. Memorabile, ad esempio, il dialogo con Brad Pitt, nella surreale fantasia rockabilly Johnny Suede, di Tom DiCillo, nel 1991, o l’intima e pluripremi­ata autofictio­n video 20.000 Days on Earth del 2014.

Musicalmen­te, in oltre quarant’anni di carriera, Nick Cave – artista che come pochi altri ha saputo invecchiar­e senza accartocci­arsi in una patetica e manierata replica di se stesso – ci ha regalato canzoni intense, dense di emozioni viscerali e poetiche, che, senza alcun dubbio, possono essere considerat­e dei classici del nostro tempo. A parte gli estratti dalle più recenti produzioni, come il ritorno coi Bad Seeds con Ghosteen nel 2019 (elaborazio­ne del lutto per la tragica morte del giovane figlio Arthur, nel 2015, alla quale, purtroppo, poco tempo fa, è seguita quella del figlio maggiore Jethro) o l’acclamato disco con Warren Ellis, Carnage, dello scorso anno, la scaletta possibile di un concerto di Nick Cave & The Bad Seeds, pertanto, facilmente propone una carrellata di canzoni imprescind­ibili, reinterpre­tate con verve e generosità intatte da un Cave oramai sessantaqu­attrenne, sempre impeccabil­e nei suoi abiti sartoriali, a sagomare quell’esagitata figura longilinea dai capelli corvini, abitata da una potente e inconfondi­bile voce baritonale che trasforma ogni show in un evocativo e coinvolgen­te rito collettivo.

Si cerchino le immagini dell’esecuzione di From Her to Eternity al recente Primavera Sound di Barcellona per avere un assaggio di ciò che vi attenderà nella notte ionica di domani.

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 ?? Il ?? Al cinema Sopra, Nick Cave e Warren Ellis nel recente film documentar­io di Andrew Dominik This Much I Know to Be True. A destra, un giovane Nick Cave fa se stesso nel capolavoro di Wim Wenders cielo sopra Berlino (1987)
Il Al cinema Sopra, Nick Cave e Warren Ellis nel recente film documentar­io di Andrew Dominik This Much I Know to Be True. A destra, un giovane Nick Cave fa se stesso nel capolavoro di Wim Wenders cielo sopra Berlino (1987)

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