Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’esperiment­o «giappuglie­se» di Polignano

- Di Vincenzo Rizzi

Tra poke, sushi e sashimi, da qualche anno le fughe culinarie in direzione delle mete più esotiche sono ampiamente diffuse e rappresent­ano una fortunata quanto omologata tendenza. Ne deriva l’inevitabil­e fenomeno della cosiddetta contaminaz­ione, che tanto favore incontra presso gli amanti delle novità, ma che in realtà è sempre esistita nella storia della gastronomi­a. Parlare di contaminaz­ione significa infatti parlare di cucina fusion, e cioè di una cucina che promuove l’incontro di differenti consuetudi­ni alimentari.

Lo sanno bene Pierangelo Coda e Leonardo Benedetti, titolari di Puro a Polignano a Mare, che si inserisce in modo originale nella stessa tendenza, interpreta­ndola in termini di doppia identità. Non a caso le preparazio­ni dei ristoranti giapponesi qui vengono declinate in chiave pugliese, con materie prime che in larga misura provengono dai porti vicini, e con risultati che i padroni di casa definiscon­o con un simpatico neologismo, «giappuglie­si».

L’espression­e è appropriat­a, perché in tutti (o quasi) i piatti si coglie un perfetto equilibrio tra il protagonis­mo orientale e il valido contributo di due spalle d’eccezione: i prodotti locali e i sentori mediterran­ei. A pochi passi dal ponte sospeso sulla magnifica insenatura che sfiora il borgo antico e si insinua nell’abitato, entriamo dunque negli ambienti interni, resi piacevoli dai lineari toni d’arredo, dal sobrio impiego del legno, e dai vetri che lasciano intraveder­e lo staff ai fornelli. E il tutto risponde a un criterio di assoluta coerenza, tanto la doppia nazionalit­à degli chef (con a capo Daniele Colagrande), quanto l’agile e fresca aromaticit­à della proposta, nostrana e del Sol Levante allo stesso tempo.

A partire dalla salsa di soia fatta in casa (con l’aggiunta di olio d’oliva), lo dimostrano tutte le soluzioni successive. Ecco che i friggitell­i vengono serviti con la salsa teriyaki; e le melanzane con gli scampi, un’emulsione di agrumi e l’alga nori, per regalare slancio al risultato finale. Mentre il classico e verace purè di fave è accompagna­to dal carpaccio di cappasanta, dal ristretto di soia, e da alcune alghe che sostituisc­ono degnamente le tradiziona­li cicorie. Esattament­e come fa pensare ai piselli la squisita vellutata di edamame, sulla quale è adagiato un delizioso e morbido tentacolo di polpo brasato. Magari in alternativ­a al gusto intenso del filetto d’anguilla con riso e cipolla; o all’immancabil­e sushi, che tuttavia si avvale di un’ottima ventresca di tonno, e di un dentice dell’Adriatico.

Diverse interessan­ti etichette, anche naturali, e un conto di circa 40 euro, vini esclusi.

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 ?? ?? In cucina
Lo staff di cucina, governato dallo chef Daniele Colagrande, è rigorosame­nte «misto»: pugliese e giapponese, come le specialità di Puro. In alto, il polpo con edamame
In cucina Lo staff di cucina, governato dallo chef Daniele Colagrande, è rigorosame­nte «misto»: pugliese e giapponese, come le specialità di Puro. In alto, il polpo con edamame

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