Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Caracciolo avverte il Pd «Accolga ex Art. 1 e 5S»
Il capogruppo dem in Regione: «Apriamo il centrosinistra»
«Basta preoccupazioni sulle civiche. Non è di questo che il Pd deve discutere, bensì delle possibili aperture agli ex di Art.1 e a coloro che usciranno dal M5S». Filippo Caracciolo, capogruppo pd, si inserisce nel dibattito sul rapporto con le civiche. Su Barletta rinnova l’allarme lanciato da Emiliano: «Pericolo criminalità».
«Non facciamoci assillare dal timore delle liste civiche. Mi occuperei di altro: aprire il Pd a chi viene da Art.1 o dal M5S». Filippo Caracciolo, capogruppo dem in Regione, riflette sulla relazione tra Pd e mondo civico dopo l’assemblea dei presidenti di circolo, sabato scorso a Bari.
Il tema del civismo come serbatoio di militanza è tornato prepotentemente. Alcuni lo vedono come rischio, altri come opportunità. Lei?
«Ci sono 2 tipi di liste civiche: quelle che nascono per le elezioni e quelle che sono più strutturate e possono anche servire in campagna elettorale. Io penso che sul Pd e su Sinistra italiana (unici soggetti organizzati come partiti nel centrosinistra) incomba una responsabilità: armonizzare nella coalizione quel sano civismo invocato dal vicesegretario nazionale del Pd, Giuseppe Provenzano. Ossia quel mondo cui Emiliano ha saputo guardare per primo, come primo è stato a guardare al rapporto con i 5 Stelle».
L’ex capogruppo Paolo Campo, al Corriere, invocava la necessità di definire dei confini chiari.
«I confini ci sono: sono definiti dai valori e dalla spinta a impegnarsi per l’unità del centrosinistra».
C’è chi teme che le civiche possano essere il cavallo di Troia del centrodestra.
«Una preoccupazione infondata. Si guardi piuttosto a quello che sta succedendo nel mondo dei 5 Stelle e all’immagine di disfacimento che sta proiettando. Secondo è un problema».
Si preoccupa del M5S?
«Se fossi il segretario Letta sarei molto attento alla deriva in corso nei 5 Stelle. Mi preoccuperei di recepire le istanze buone che arrivano dal loro mondo e non solo dal loro. Per essere esplicito: sarei attento ad accogliere nel Pd coloro che negli anni scorsi ne sono allontanati e si sono poi schierati con Articolo 1. E poi sarei pronto ad accogliere una parte dei 5 Stelle. Viceversa, non sarei per nulla preoccupato di quelli che vengono o potrebbero provenire da destra».
Sabato è ripartito l’iter congressuale. La minoranza, sempre parole di Campo, vorrebbe un candidato unitario per affrontare una fase complessa. Che ne pensa?
«Nel congresso si devono misurare la vera anima e i sentimenti del partito (in termini politici le chiameremmo mozioni congressuali). È vero, come dice Campo, che viviamo una fase complessa per gli accadimenti internazionali a tutti noti. Però se vogliamo un partito forte nei contenuti e nei valori si deve discutere. Un congresso unitario? Si potrebbe anche fare. Ma se servisse a nascondere le domande, non sarei d’accordo. A quel punto sarebbe molto meglio un dibattito su mozioni: per far parlare di contenuti e di politica tutti quelli che credono nel partito. Tante volte, come è noto, i congressi unitari sono serviti solo a oscurare la dialettica interna».
Il candidato della maggioranza resta l’uscente Lacarra?
«Non è un problema di nomi, come abbiamo sempre detto. La priorità deve essere il rilancio del Pd: che sia Lacarra o un altro. A noi interessa il progetto politico prima degli incarichi».
A Barletta, la sua città, Emiliano lancia l’allarme criminalità per il turno di ballottaggio e accusa il centrodestra di sottovalutarne il rischio. Allarme eccessivo?
«No, la campagna elettorale ci ha consegnato per intero questo rischio. Basti leggere le liste del centrodestra e vedere come sarebbe composto il consiglio comunale in caso di vittoria del candidato sindaco di centrodestra».
Cioè Mino Cannito, con il quale le polemiche sono arrivate a note altissime.
«È un vecchio arnese della politica che, dopo aver fallito come sindaco, torna sulla scena carico di odio e di rancore. Un politico che ha tradito i suoi valori politici di socialista ed è disposto a tutto per tornare a Palazzo di città. E chi è disposto a tutto è pericoloso».
Cannito accusa lei di essere il vecchio della politica.
«Ha la memoria corta. Si dimentica dove è stato negli ultimi 20 anni. Da socialista ha governato con il Pd nella prima e nella seconda giunta Maffei e poi nel corso del mandato di Cascella. Stava con noi quando coltivava i valori del socialismo. Ora sta da un’altra parte e racconta bugie perché teme che i cittadini si ricordino da dove viene».
Un congresso unitario? Meglio di no, un partito forte deve saper discutere
Il rischio criminalità a Barletta esiste e si può vederlo dalle liste allestite dal centrodestra
Cannito dopo aver fallito come sindaco, torna ora sulla scena carico di odio e di rancore