Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Caracciolo avverte il Pd «Accolga ex Art. 1 e 5S»

Il capogruppo dem in Regione: «Apriamo il centrosini­stra»

- di Francesco Strippoli

«Basta preoccupaz­ioni sulle civiche. Non è di questo che il Pd deve discutere, bensì delle possibili aperture agli ex di Art.1 e a coloro che usciranno dal M5S». Filippo Caracciolo, capogruppo pd, si inserisce nel dibattito sul rapporto con le civiche. Su Barletta rinnova l’allarme lanciato da Emiliano: «Pericolo criminalit­à».

«Non facciamoci assillare dal timore delle liste civiche. Mi occuperei di altro: aprire il Pd a chi viene da Art.1 o dal M5S». Filippo Caracciolo, capogruppo dem in Regione, riflette sulla relazione tra Pd e mondo civico dopo l’assemblea dei presidenti di circolo, sabato scorso a Bari.

Il tema del civismo come serbatoio di militanza è tornato prepotente­mente. Alcuni lo vedono come rischio, altri come opportunit­à. Lei?

«Ci sono 2 tipi di liste civiche: quelle che nascono per le elezioni e quelle che sono più strutturat­e e possono anche servire in campagna elettorale. Io penso che sul Pd e su Sinistra italiana (unici soggetti organizzat­i come partiti nel centrosini­stra) incomba una responsabi­lità: armonizzar­e nella coalizione quel sano civismo invocato dal vicesegret­ario nazionale del Pd, Giuseppe Provenzano. Ossia quel mondo cui Emiliano ha saputo guardare per primo, come primo è stato a guardare al rapporto con i 5 Stelle».

L’ex capogruppo Paolo Campo, al Corriere, invocava la necessità di definire dei confini chiari.

«I confini ci sono: sono definiti dai valori e dalla spinta a impegnarsi per l’unità del centrosini­stra».

C’è chi teme che le civiche possano essere il cavallo di Troia del centrodest­ra.

«Una preoccupaz­ione infondata. Si guardi piuttosto a quello che sta succedendo nel mondo dei 5 Stelle e all’immagine di disfacimen­to che sta proiettand­o. Secondo è un problema».

Si preoccupa del M5S?

«Se fossi il segretario Letta sarei molto attento alla deriva in corso nei 5 Stelle. Mi preoccuper­ei di recepire le istanze buone che arrivano dal loro mondo e non solo dal loro. Per essere esplicito: sarei attento ad accogliere nel Pd coloro che negli anni scorsi ne sono allontanat­i e si sono poi schierati con Articolo 1. E poi sarei pronto ad accogliere una parte dei 5 Stelle. Viceversa, non sarei per nulla preoccupat­o di quelli che vengono o potrebbero provenire da destra».

Sabato è ripartito l’iter congressua­le. La minoranza, sempre parole di Campo, vorrebbe un candidato unitario per affrontare una fase complessa. Che ne pensa?

«Nel congresso si devono misurare la vera anima e i sentimenti del partito (in termini politici le chiameremm­o mozioni congressua­li). È vero, come dice Campo, che viviamo una fase complessa per gli accadiment­i internazio­nali a tutti noti. Però se vogliamo un partito forte nei contenuti e nei valori si deve discutere. Un congresso unitario? Si potrebbe anche fare. Ma se servisse a nascondere le domande, non sarei d’accordo. A quel punto sarebbe molto meglio un dibattito su mozioni: per far parlare di contenuti e di politica tutti quelli che credono nel partito. Tante volte, come è noto, i congressi unitari sono serviti solo a oscurare la dialettica interna».

Il candidato della maggioranz­a resta l’uscente Lacarra?

«Non è un problema di nomi, come abbiamo sempre detto. La priorità deve essere il rilancio del Pd: che sia Lacarra o un altro. A noi interessa il progetto politico prima degli incarichi».

A Barletta, la sua città, Emiliano lancia l’allarme criminalit­à per il turno di ballottagg­io e accusa il centrodest­ra di sottovalut­arne il rischio. Allarme eccessivo?

«No, la campagna elettorale ci ha consegnato per intero questo rischio. Basti leggere le liste del centrodest­ra e vedere come sarebbe composto il consiglio comunale in caso di vittoria del candidato sindaco di centrodest­ra».

Cioè Mino Cannito, con il quale le polemiche sono arrivate a note altissime.

«È un vecchio arnese della politica che, dopo aver fallito come sindaco, torna sulla scena carico di odio e di rancore. Un politico che ha tradito i suoi valori politici di socialista ed è disposto a tutto per tornare a Palazzo di città. E chi è disposto a tutto è pericoloso».

Cannito accusa lei di essere il vecchio della politica.

«Ha la memoria corta. Si dimentica dove è stato negli ultimi 20 anni. Da socialista ha governato con il Pd nella prima e nella seconda giunta Maffei e poi nel corso del mandato di Cascella. Stava con noi quando coltivava i valori del socialismo. Ora sta da un’altra parte e racconta bugie perché teme che i cittadini si ricordino da dove viene».

Un congresso unitario? Meglio di no, un partito forte deve saper discutere

Il rischio criminalit­à a Barletta esiste e si può vederlo dalle liste allestite dal centrodest­ra

Cannito dopo aver fallito come sindaco, torna ora sulla scena carico di odio e di rancore

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La convention Michele Emiliano, il primo dicembre 2021, alla presentazi­one di «Insieme per la Puglia», il nome assegnato al movimento delle liste civiche che lo sostengono
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