Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il M5S pugliese non tradisce Conte Ma sei parlamentari via con Di Maio
Prime conseguenze dell’addio del ministro al Movimento. Laricchia: tra Luigi e l’ex premier non so chi sia peggio
C inque parlamentari e una eurodeputata sarebbero pronti a seguire Di Maio fuori dal M5S. Si fanno i nomi di Anna Macina, Marialuisa Faro, Giovanni Luca Aresta, Emanuele Scagliusi, Daniela Donno. Potrebbe lasciare il Movimento anche l’eurodeputata Chiara Gemma. In Regione nessuno scossone: restano tutti nel M5S i 5 consiglieri (4 di maggioranza e una di opposizione).
BARI Il ciclone Di Maio investe ma non travolge la Puglia. La decisione del ministro degli Esteri di raccogliere le firme per costituire gruppi autonomi in Parlamento sarà accolta, ma solo da un numero limitato di deputati e senatori: una piccola pattuglia di parlamentari, il cui numero potrebbe stare sulle dita di una mano. Viene dato quasi per certo l’esodo di una eurodeputata, mentre è sicuro che non succederà nulla tra i 5 consiglieri regionali (quattro legati alla maggioranza di Michele Emiliano e un'altra all’opposizione): resteranno tutti nel Movimento 5 Stelle.
L’elenco
Circola, nelle chat degli eletti grillini, un elenco di una cinquantina di nomi, tra deputati e senatori. I pugliesi che vi compaiono sono cinque: la deputata brindisina Anna Macina, sottosegretaria alla Giustizia, al suo primo mandato parlamentare; la deputata Marialuisa Faro, foggiana di Sannicandro Garganico, alla prima legislatura; il deputato Giovanni Luca Aresta, brindisino di Mesagne, primo mandato elettorale; il deputato Emanuele Scagliusi, barese di Polignano, al secondo mandato; la senatrice leccese Daniela Donno, alla sua seconda legislatura.
Il doppio mandato
La mini lista pugliese segnala un dato che merita di essere sottolineato: il numero dei mandati parlamentari sembra ininfluente ai fini della decisione. Come è noto, le regole interne al M5S stabiliscono il limite di due legislature. E qualcuno ipotizza che la decisione di lasciare il Movimento derivi dalla prospettiva di essere ricandidato nel nuovo movimento che potrebbe essere creato da Di Maio («Insieme per il Futuro», questo il nome probabile). Tuttavia a scorrere l’elenco si notano parlamentari alla prima e alla seconda legislatura.
È drastico l’eurodeputato europeo Mario Furore, foggiano, grande amico personale di Luigi Di Maio ma deciso a rimanere nel M5S: «La scelta di lasciare il Movimento – dice Furore – potrebbe essere suicida per tutti sul piano politico, tranne che per Luigi Di Maio». Tradotto: ammesso che si riesca a creare una nuova formazione politica, solo il ministro degli Esteri troverebbe posto in qualche collegio uninominale blindato del centrosinistra ed entrarvi in quota Pd, come fece l’ex forzista Beatrice Lorenzin nel 2018. Agli altri toccherebbe restare alla finestra.
L’eurodeputata
Nell’elenco non figura Chiara Gemma, eurodeputata di Brindisi e capolista nel 2019, nella circoscrizione Sud, per volere di Di Maio. Tuttavia pare che i colleghi la stiano cercando da giorni e lei non risponda ai messaggi. Diversi la danno in partenza al seguito di Di Maio.
In Regione
Nessuno scossone in Regione: i 5 eletti con le insegne grilline restano nel Movimento. «Sono molto in imbarazzo per quello che sta accadendo – commenta Rosa Barone, assessora regionale al welfare – e me ne dispiace moltissimo. Per come concepivo l’esperienza del Movimento, devo dire che non è l’esito che avrei mai immaginato».
I commenti
Furore, motivando la scelta di restare, aggiunge un’altra riflessione: «Aderire all’esperienza dei M5S significa essere rispettosi del mandato ricevuto dai cittadini. E significa anche sostenere il presidente del Movimento, Giuseppe Conte, perché è stato eletto con grande suffragio dalla nostra base. Per questo reputo incomprensibile lasciare ora e così».
Il neo coordinatore pugliese, il deputato Leonardo Donno, non rilascia commenti circa le possibili defezioni. Fa capire che la situazione è fluida e si limita a dire di se stesso che «sono e resterò nel M5S, al fianco di Conte e di questo nuovo corso».
Aspro il giudizio di Antonella Laricchia, l’unica dei consiglieri regionali ad essere rimasta all’opposizione, anche lei con i piedi saldamento nel M5S: «Tra Conte e Di Maio non so chi sia peggio. Dietro il tradimento elettorale, cioè il passaggio in maggioranza dei miei 4 colleghi, c’era tanto il reggente Crimi (per conto dell’allora premier Conte), tanto il ministro Di Maio. Anzi tra l’uno e l’altro, era proprio Di Maio a fornire consigli operativi ai quattro: l’altro non avrebbe saputo farlo. Ad ogni modo non vado via, resto perché sono stata eletta con quel logo: mi consente di restare all’opposizione e di ottenere dei risultati».
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Mario Furore Aderire al Movimento significa essere rispettosi del mandato ricevuto dai cittadini e dagli iscritti