Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Otto parlamentari con Di Maio Emiliano: «Presto per il dialogo»
Il governatore non chiude al confronto tra le liste civiche e il ministro degli Esteri
Da sei, secondo le prime indiscrezioni, a otto. Sale il numero degli eletti pugliesi che lasciano il Movimento 5 Stelle per aderire a «Insieme per il Futuro», la formazione nata per volere del ministro degli esteri Luigi Di Maio. Sei deputati, una senatrice e una europarlamentare. Nessuna defezione dalla Regione.
Gli ultimi arrivati (ultimi solo perché non comparivano nell’elenco circolato ieri) sono il barese Giuseppe L’Abbate, ex sottosegretario all’agricoltura, e il tarantino Giampaolo Cassese. Erano già noti i nomi della sottosegretaria alla giustizia, Anna Macina, brindisina; la foggiana Marialuisa Faro; il brindisino Giovanni Luca Aresta; il barese Emanuele Scagliusi; la senatrice leccese Daniela Donno. A loro, come segnalato ieri, va aggiunto il nome dell’eurodeputata Chiara Gemma, brindisina, voluta proprio da Di Maio nel 2019 quale capolista per la circoscrizione Sud. Stamattina si costituiranno i gruppi parlamentari alla Camera (51 dimaiani) e al Senato (11).
Nessuno scossone, come detto, in Regione. Tutti restano nel Movimento 5 Stelle: sia i 4 (Barone, Casili, Di Bari, Galante) che sono nella maggioranza che sostiene Michele Emiliano, sia Antonella Laricchia che è rimasta all’opposizione. Il governatore, come sempre interessato alla scena nazionale, non si schiera. E non potrebbe.
«Ho un grande rispetto – dice Emiliano – per il travaglio interno di una forza politica alleata e a me vicina anche dal punto di vista dell’amicizia personale con Beppe Grillo, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio». Tutti tre, va detto, hanno avallato (il primo) o incoraggiato (gli altri due) l’ingresso dei 4 consiglieri M5S nella maggioranza.
Ma c’è un aspetto ulteriore che potrebbe interessare il presidente della Regione: il rapporto del neonato movimento di Di Maio con le civiche pugliesi emilianiste che vogliono tentare il salto nell’agone politico nazionale. Potrebbe essere un interlocutore? «Troppo presto per dire o fare qualunque cosa» liquida Emiliano. Però, per deduzione, si intuisce che «troppo presto» non significa escludere, bensì rinviare nel tempo.
Diversi i commenti che arrivano dai dimaiani. Il primo obiettivo è allontanare il sospetto che l’esodo serva a garantirsi una ricandidatura. «È stato un passaggio dolorosissimo – dice la sottosegretaria
Macina – ma il M5S che conoscevo non esiste più, purtroppo. Sarebbe stato molto più comodo per me restare dov’ero, visto che sono al primo mandato. Non me ne sono andata in un altro partito, sono rimasta con le stesse persone, tutte, con cui ho condiviso anni di battaglie. È il Movimento che ha deciso di tornare indietro. Il nuovo corso che era stato promesso non si è mai realizzato».
«Siamo nati come partito non ideologico – commenta L’Abbate – mentre il M5S è diventato il gruppo più ideologico in parlamento. Ho cercato in questi mesi di porre temi e questioni da dibattere: non c’è stato verso. Il Movimento si è radicalizzato e spesso si è collocato alla sinistra perfino di LeU: non siamo nati per questo ma per affrontare e risolvere questioni senza steccati ideologici. Aveva ragione quell’originario giudizio di Grillo su Conte: non ha visione politica ed è incapace di aggregare». «Aderisco a Insieme per il Futuro – dice Aresta – consapevole che non sarà facile ricostruire l’entusiasmo tra i cittadini. Ma non possiamo rinunciare ad essere protagonisti del cambiamento della nostra società». Per il deputato brindisino è un addio «doloroso» ma non è una scelta «che faccio contro il M5S nel quale lascio amici e compagni di viaggio e con i quali continuerò a collaborare».
A distanza replica la senatrice Angela Bruna Piarulli: «Le scissioni non fanno mai bene e io continuo a stare accanto a Conte e al Movimento nel pieno rispetto dei nostri ideali e dei nostri valori. Avere Conte come leader costituisce un momento di crescita per una forza politica che ha basato sulla trasparenza e l’onestà i suoi pilastri fondamentali».