Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Che magia il Beethoven di Isabelle Faust e Alexander Melnikov
Un concerto magistrale, quello di martedì scorso al Petruzzelli, salutato da prolungati applausi a cui i musicisti hanno risposto con due bis. D’altronde, quello tra la violinista tedesca Isabelle Faust e il pianista russo Alexander Melnikov non è certo un sodalizio d’occasione ma un’intesa artistica consolidata nel tempo. Così, i giochi d’imitazione fra i due strumenti o il passaggio dei temi dall’uno all’altro suonano estremamente fluidi, mentre gli unisono o i momenti di più stretto intreccio lasciano senza fiato per come sembrano il gesto di un organismo unico. Il programma era tutto dedicato alle Sonate per violino e pianoforte di Beethoven: due pagine giovanili, la n. 2 e la n. 3, ancora molto mozartiane e settecentesche, e poi la Sonata a Kreutzer (n. 9 op. 47) di soli 5 anni successiva ma già puro Beethoven, con quel primo movimento vertiginoso e incantatorio. Faust e Melnikov hanno cercato i punti di contatto tra le une e l’altra, trovandoli soprattutto negli adagi, quasi distillati e sospesi nel tempo. Pura magia.
Fabrizio Versienti