Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Un miliardo per i porti, il rilancio parte da qui»
Patroni Griffi guida l’Autorithy Adriatico Meridionale «Investimenti importanti per la rete infrastrutturale»
Il sistema portuale dell’Adriatico Meridionale, i traffici, le prospettive e gli impatti della pandemia e della guerra in Ucraina. A parlarne è Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, del mar Adriatico Meridionale.
Qual è la situazione dei porti tra pandemia e guerra in Ucraina?
«Vorrei cominciare col dire che i nostri porti meriterebbero una medaglia al valore, ed è una premessa, la mia, che non faccio per una mera forma di campanilismo o per autocompiacermi. C’è una motivazione ben precisa che conferma le mie parole: nel pieno della pandemia tutte le nostre strutture sono rimaste operative per garantire ai cittadini gli approvvigionamenti di tutti i beni di prima necessità, che non sono mai mancati, oltre, ovviamente, alle altre merci che hanno sostenuto l’intero sistema economico e produttivo.Per quel che riguarda il traffico dei passeggeri, invece, c’è stata una notevole contrazione dei flussi, ma era abbastanza scontato aspettarsi una situazione del genere, a causa del tentativo di contenere la diffusione pandemica. Passando, invece, alla guerra in Ucraina e, alle sue eventuali conseguenze, sebbene nel primo quadrimestre di quest’anno il volume delle merci sia cresciuto, non si possono nascondere le preoccupazioni relative alle ricadute sui traffici, specie per il grano e le materie prime».
Quali sono gli investimenti con il Pnrr?
«Vorrei partire da una precisazione. Perché il rilancio strategico e l’ammodernamento delle infrastrutture portuali, di nostra competenza, sono partiti ben prima del
Pnrr grazie all’ottimo rapporto istituzionale e collaborativo che abbiamo con la Regione Puglia. Quindi, abbiamo attinto dai fondi Pon, Por ed altre fonti di finanziamento, ai quali si sono aggiunti anche i fondi del Pnrr, per un totale di circa un miliardo di euro di investimenti».
In chiave europea come si posizionano i nostri porti?
«Le rispondo con una buona notizia nel corso dell’anno l’intero corridoio Adriatico, e quindi tutti i nostri porti (mentre oggi ne fanno parte solo Bari e Brindisi), ricadranno in una rete transeuropea, cioè un insieme di infrastrutture – riconosciute dalla Ue integrate tra loro, che hanno lo scopo di garantire il mercato unico, la libera circolazione delle merci e delle persone, oltre che per rafforzare crescita, occupazione e competitività dell’Unione europea».
Qual è lo stato della movimentazione delle merci tra Occidente ed Oriente?
«Direi, abbastanza buono, perché comunichiamo con la Grecia, in particolare con il porto di Igoumenitsa che è la porta di accesso alla strada europea E 90, la cosiddetta Egnatia Odos. Cioè una strada altamente strategica, di circa settecento chilometri, che collega la Grecia alla Turchia, attraverso le regioni dell’Epiro, garantendo un flusso merci tra Occidente ed Oriente, e viceversa, che ci vede impegnati in maniera diretta nella movimentazione e nell’interscambio merci, di quello che era l’ex corridoio otto».