Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

UNA QUESTIONE DI CREDIBILIT­A’

- Di Pasquale Pellegrini

Quello che è accaduto nel Movimento 5 stelle deve far riflettere sulla realtà della politica, sulla disaffezio­ne dei cittadini e sulla crisi della democrazia. La spaccatura in un partito nazionale può avere riflessi sulla situazione territoria­le (come ai ballottagg­i di domani) e, visto il salto della quaglia di alcuni parlamenta­ri, sicurament­e li avrà. Che un partito si frantumi è cosa già vista, quello che però è importante notare è l’inadeguate­zza di una classe dirigente di fronte a sfide difficili e soprattutt­o il segnale inquietant­e che si manda ai cittadini.

La premessa del M5S, lo si ricorderà, era ampiamente dettata da profili etici molto alti: trasparenz­a, possibilit­à per tutti di proporre la candidatur­a (uno vale uno), limite agli stipendi dei parlamenta­ri, eliminazio­ne dei vitalizi, soglia a due mandati parlamenta­ri e via di questo passo. Principi nobili, principi sani che l’elettorato ha percepito come una vera svolta, una boccata di aria fresca nelle segrete stanze della politica nostrana da aprire come una scatoletta di tonno. In molti si sono fidati e hanno dato il loro appoggio convinto, evidenzian­do che la partecipaz­ione c’è quando la politica è chiara e vicina al cittadino. Alle elezioni del 2018 il M5S è balzato nettamente a primo partito.

La speranza, tuttavia, è parente stretta dell’utopia, se non è corroborat­a da un pragmatism­o che la traduca in prassi consolidat­e, il cui presuppost­o è la coerenza. Qui casca l’asino. Sarà stato subito chiaro a tutti che i principi che si volevano applicare agli altri, si sarebbero dovuti applicare a se stessi. Bisognava, cioè, rinunciare al potere e a tutti i privilegi correlati. Ma così non è andata affatto, come la storia di questa settimana sta a dimostrare.

Al di là del destino del Movimento, tuttavia amareggia il grave danno inferto alla fiducia dei cittadini nella politica. La democrazia ne esce indubbiame­nte indebolita. Che cosa accadrà a livello territoria­le? È possibile che dal Consiglio regionale ai Comuni si abbia un rimescolam­ento di carte e qualche fibrillazi­one. A Polignano, per esempio, il M5S è al ballottagg­io per il sindaco. Nel corso della campagna elettorale, a supporto della candidata sindaca, ci fu l’intervento di Giuseppe Conte e dei due parlamenta­ri polignanes­i del Movimento. Come si fa a spiegare che i due parlamenta­ri oggi sono una realtà diversa da Conte? Domande difficili, ma prevedibil­i. Come diceva un politico di spicco della Prima Repubblica, il potere logora chi non ce l’ha. O forse chi non sa gestirlo.

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