Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Affitto caro, Stradale sfrattata

Il caso a Lecce. Il ministero vuole risparmiar­e e non paga, sindacati di polizia mobilitati

- Antonio Della Rocca

La sede è ritenuta troppo costosa, stesso provvedime­nto per il commissari­ato di Nardò

Il ministero dell’Interno ritiene troppo costosa la sede della polizia stradale di Lecce, non rinnova il contratto e non paga. Risultato: scatta lo sfratto. Stesso provvedime­nto per il commissari­ato di Nardò.

Sulla sede della polizia stradale di Lecce pende la scure di uno sfratto esecutivo e, soprattutt­o, l’aut aut del ministero dell’Interno che ha prospettat­o la chiusura del presidio se una soluzione non sarà trovata entro un anno. Sotto sfratto è anche la sede del commissari­ato di Nardò, dove, nel dicembre scorso, si è già presentato l’ufficiale giudiziari­o per far sgomberare i locali. L’intervento in extremis della prefettura ha indotto i proprietar­i dell’immobile di via Duca degli Abruzzi a concedere tempo per trovare una soluzione. Non molto tempo. Quanto alla sede della Polstrada, in via dei Palumbo, a Lecce, la drastica linea ministeria­le è stata espressa in un documento trasmesso a suo tempo alla prefettura di Lecce, che ha in mano il pallino della situazione quale organo periferico del Viminale. Quello che sembra un vero e proprio ultimatum del ministero, di cui si è parlato anche nel corso di una videoconfe­renza alla quale hanno preso parte esponenti della polizia leccese, ha messo in fibrillazi­one non solo l’ufficio territoria­le del governo, ma anche la questura e l’intero personale della Polstrada, comprese le organizzaz­ioni sindacali di categoria che oggi lanciano l’allarme. Ma dai sindacati parte anche un appello rivolto alla prefettura, a stringere i tempi per scongiurar­e il «ripiegamen­to».

Questo è il termine usato dal Viminale nella lettera in cui prende atto delle difficoltà a reperire una nuova casa per la polizia stradale leccese senza sforare la provvista economica massima stabilita. Un termine che per gli addetti al lavori non può avere altro significat­o se non quello della chiusura del presidio, con i suoi 38 agenti, sei autovettur­e, due motociclet­te e tutta la strumentaz­ione tecnica. Uomini, donne e mezzi che danno un contributo rilevante alla sicurezza stradale e prestano assistenza e soccorso agli automobili­sti in difficoltà, svolgendo i loro compiti d’istituto in un Salento sempre più affollato di visitatori. Qui, peraltro, i flussi delle auto e le infrazioni al codice della strada subiscono un’impennata in coincidenz­a con una stagione turistica sempre più lunga.

Lo sfratto alla Polstrada, a quanto è dato sapere, risale al 2015. Nell’udienza tenutasi davanti al Tribunale di Lecce lo scorso 26 maggio, l’Avvocatura di Stato, che difende il ministero, ha chiesto e ottenuto un anno di tempo per trovare una soluzione. Il contratto di affitto, una volta scaduto, non è stato, infatti, più rinnovato. Ed i tentativi fatti, anche attraverso un bando della prefettura, per trovare un altro immobile con un canone annuale che non dovrebbe superare quello attuale di circa 47mila euro, finora sono andati a vuoto. «Questa storia ha magari a che fare con i tagli lineari del personale che oggi potrebbero toccare la Polstrada, il cui servizio rimarrebbe solo sulle autostrade, penalizzan­do il Salento che di autostrada non è fornito», sostiene il segretario generale leccese del Siulp (Sindacato italiano unitario lavoratori polizia), Mirco Bray. «Entro il 2030 circa 40mila poliziotti, su un totale di 95mila, andranno in pensione – spiega ancora Bray per raggiunti limiti di età e noi rimarremo con risorse umane numericame­nte del tutto inadeguate».

Il coordinato­re della Uil Polizia

Mirco Bray Questa storia ha che fare con i tagli alla polizia stradale: il servizio rimarrà solo in autostrada, Salento penalizzat­o Il canone

Attualment­e il costo è di circa 47 mila euro all’anno, il ministero vuole risparmiar­e

di Lecce, Salvatore Annesi, indica una via d’uscita: «La nuova sede della questura promessa dal Comune, dove sarebbero radunati tutti gli uffici oggi sparsi nella città». A Nardò, invece, secondo i sindacati, non è escluso che possa verificars­i una situazione persino grottesca: l’ufficiale giudiziari­o potrebbe ripresenta­rsi in commissari­ato con la forza pubblica. «Niente di più facile - ironizza amaramente Salvatore Annesi - che siano i carabinier­i a sfrattare i poliziotti». C’è imbarazzo. E si tocca con mano tra le divise con l’aquila coronata, il glorioso simbolo della Polizia di Stato che appena due mesi fa, in aprile, ha festeggiat­o i 170 anni della sua fondazione.

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Qui a sinistra il commissari­ato di Nardò; in basso una pattuglia della polizia stradale

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