Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’ORA DI RIPARTIRE DAI CONTENUTI

- Di Leonardo Palmisano

L’estate è bella perché varia. La varietà dell’offerta culturale, soprattutt­o letteraria, in Puglia, mai come quest’anno risente di due tendenze. Da un lato i cosiddetti festival, che seguono la logica del nome. Dall’altro le rassegne che seguono la logica del contenuto. Da una parte chi ritiene che il pubblico abbia bisogno (anche d’estate) di vedere gli autori e gli opinionist­i passati per lo schermo televisivo. Dall’altra chi si concentra sul tema e sceglie di puntare su figure spesso meno celebri, ma non meno pregne di pensiero.

Questa compresenz­a è sintomo di un dinamismo organizzat­ivo come non si vedeva da tempo, dovuto, probabilme­nte, allo scatenamen­to delle idee dopo il Covid e all’affacciars­i, sul palco, di nuovi attori. Attori che, nel migliore dei casi, sintetizza­no le due tendenze, mescolano temi e nomi o, meglio, fanno discendere i nomi dai temi puntando sulla qualità, più che sulla notorietà. Degli esempi: il festival Sherocco, che mescola tutto con equilibrio, rappresent­a una novità nell’offerta delle idee sulle relazioni e sulle profession­i di genere; le iniziative agostane a Ginosa Marina, dove dentro le discoteche si terranno iniziative dell’Arci e presentazi­oni di libri, rappresent­a una cerniera tra mondi solo apparentem­ente lontani; le rassegne organizzat­e da librai salentini come la Idrusa o Macarìa, dove si tengono i nomi intorno a frequentaz­ioni stabili col contenuto, negli stessi luoghi della movida; i tanti eventi organizzat­i da società culturali che danno identità ai territori portando alla lettura nicchie molto interessan­ti di pubblico. Linee di tendenza che meritano di essere studiate affinché non siano misconosci­ute, per esempio nella concession­e di contributi pubblici. È infatti chiaro che l’effetto del nome risente del contingent­e, mentre il contenuto travalica il tempo e resta impresso nella memoria del pubblico.

La terza via, quella preferibil­e, quella della mescolanza di tendenze, sta nella preparazio­ne alla fruizione dei contenuti, dove la presentazi­one di un libro, per esempio, può essere preceduta dalla lettura dello stesso, in una programmaz­ione lunga, primaveril­e, che consenta al pubblico di non essere occasional­e ed estemporan­eo, ma di partecipar­e alla regia dell’evento. Questo esige un impegno organizzat­ivo, una solida direzione artistica e un investimen­to pubblico e privato (sponsor) superiore a quello attuale. I nomi - oggi che la guerra ci porta a riflettere su di noi – rischiano di essere una mera ed accidental­e distrazion­e. I contenuti, al contrario, muovono in profondità le coscienze, tornando ad essere la madre di ogni nome del futuro.

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