Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Dieci città tornano al voto tra polemiche e veleni

La vittoria di Drago su Minervini non darebbe la maggioranz­a in Consiglio al vincitore Clima acceso a Barletta. Sulla questione criminalit­à Cannito annuncia querela ad Emiliano

- di Lucia del Vecchio

Sono dieci le città pugliesi al voto per eleggere i nuovi sindaci. La campagna elettorale è stata senza esclusione di colpi tra polemiche, veleni, accuse di scorrettez­ze e repliche al vetriolo. La sfida più attesa è quella di Barletta, unico capoluogo, ma c’è curiosità anche per Molfetta, Polignano a Mare, Giovinazzo.

Dieci comuni tornano al voto oggi in Puglia per eleggere i nuovi sindaci, dopo una campagna elettorale per i ballottagg­i senza esclusioni di colpi, minacce di querele, veleni e il sabato preelettor­ale segnato dalle accuse di violazione della “santa” regola del silenzio. Sullo sfondo il timore dell’astensioni­smo e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano a fare da mattatore sui palchi.

La sfida più tesa e attesa è quella dell’unico capoluogo al voto, Barletta, che arriva al ballottagg­io sotto i colpi della caduta traumatica dell’amministra­zione e il commissari­amento, dopo le dimissioni del sindaco, sferzata dalle faide locali, soprattutt­o interne alla sinistra e allo stesso Pd. Quelle stesse forze di centrosini­stra che, per l’occasione del 26 giugno, però, si ricompongo­no, almeno sulla carta.

Barletta, infatti, torna alle urne per scegliere il suo prossimo primo cittadino fra il sindaco uscente del centrodest­ra, il medico Cosimo Cannito e la dirigente comunale Santa Scommegna, candidata del Pd che incassa l’apparentam­ento del terzo arrivato, Carmine Doronzo, prima incomodo, ora risorsa per la vittoria del «cambiament­o». A Barletta si registra l’unica intesa formalment­e registrata. Cannito, che al primo turno è arrivato al 42,27% , prima di dimettersi e dopo la mozione di sfiducia trasversal­e che gli sottraeva in consiglio i voti necessari per governare, dietro suggerimen­to anche di un pezzo del Pd rappresent­ato dal consiglier­e regionale Ruggiero Mennea, aveva cercato l’appoggio del governator­e, Michele Emiliano. Cannito gli aveva proposto una sorta di ribaltone con tutte le forze di centrosini­stra per scongiurar­e il commissari­amento, ottenendo l’alzata di scudi del Pd locale, con alla testa l’altro consiglier­e regionale della città, attuale capogruppo in Regione, Filippo Caracciolo. Le divisioni hanno prodotto la decisione di Sinistra italianaCo­alizione Civica, Italia Viva e due liste civiche, di puntare su Doronzo anziché su Scommegna che il 12 giugno scorso si è fermata al 36,63%. Il consenso di Doronzo, che si attesta al 18,47%, diviene prezioso. Non è un caso che Emiliano, sul palco del comizio finale, definisca l’apparentam­ento al secondo turno come il risultato di «una politica con la P maiuscola. Doronzo – dice il governator­e - ha voluto spingere il processo di innovazion­e della coalizione del centrosini­stra in maniera più forte ed evoluta di quanto noi non fossimo stati capaci di fare, e ha avuto ragione».

Ma a Barletta il gioco si fa duro quando si parla di criminalit­à. Ed è un botta e risposta a distanza fra il governator­e e l’uscente Cannito. «Li abbiamo respinti e messi in galera – ha urlato nei giorni scorsi Emiliano da uno dei palchi dei comizi - Tu adesso non ce li farai tornare per strada. Non gli darai il passaporto». «Sono una persona perbene», risponde Cannito che annuncia querela per «questi accostamen­ti miserabili».

Clima teso anche a Giovinazzo, dove il Pd non arriva al ballottagg­io, ma il suo schieramen­to potrebbe essere determinan­te per le sorti del voto. Il Pd informalme­nte sostiene Daniele De Gennaro contro Michele Sollecito, vicesindac­o della giunta uscente, sostenuto da 7 civiche, con l’endorsemen­t del centrodest­ra. «Una fusione a freddo e posticcia», quella fra il Pd e De Gennaro, commenta il sindaco uscente Tommaso De Palma con un post di ieri mattina su Fb, «di persone in perenne conflitto tra loro».

Nel barese lotta all’ultimo voto anche a Molfetta, dove si agita il fantasma dell’anatra zoppa in consiglio comunale che si paleserebb­e con una eventuale vittoria di Pasquale Drago sul sindaco uscente Tommaso Minervini. A Polignano nessun accordo formale. In lizza Maria La Ghezza (M5S) e Vito Carrieri (sinistra). A Castellana Grotte sfida tra Domenico Ciliberti e Vito Rubini. Santeramo va al voto con Vincenzo Casone (Pd) e Michela Nocco (Fdi e FI). Al voto anche Castellane­ta, Mottola e Palagiano nel Tarantino. Galatina unico comune al ballottagg­io in provincia di Lecce.

Al voto anche Castellane­ta, Mottola e Palagiano nel Tarantino Galatina unico comune al ballottagg­io in provincia di Lecce

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Grande attesa Un seggio elettorale allestito per le elezioni In Puglia si vota in dieci città

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