Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’agricoltura è a secco, produttori in allarme E senza piogge tagli alle irrigazioni
I campi della Puglia sono sempre più assetati e gli agricoltori invitano le istituzioni a non perdere tempo: occorre investire in vasche d’accumulo per salvare le colture. È Coldiretti a lanciare l’allarme: «Occorre accelerare sulla realizzazione di un piano per i bacini idrici necessari a rinforzare le riserve idriche».
Infatti, le condizioni agricole delle campagne e le previsioni meteo per i prossimi giorni non promettono niente di buono. «Attualmente afferma Ninni Borzillo, commissario straordinario unico dei consorzi di bonifica Terre d’Apulia, Arneo, Ugento e Li Foggi e Stornara e Tara - la situazione è ancora sotto controllo perché l’80 per cento delle risorse idriche impiegate deriva dai pozzi. Ma senza piogge avremo inevitabilmente difficoltà. Già da agosto potremmo essere costretti a ridurre l’apporto di acqua per uso agricolo nonostante il buon andamento dello scorso anno quando abbiamo erogato 1,4 milioni di metri cubi in più del 2020». Coldiretti Puglia fa notare che «viene raccolto solo l’11% dell’acqua piovana, mentre si potrebbe arrivare al 50% con il potenziamento rapido del sistema infrastrutturale». «Bisogna ripartire dalle incompiute - dicono ancora da Coldiretti - come la diga del Pappadai, in provincia di Taranto, un’opera idraulica mai utilizzata e di fatto abbandonata utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri da utilizzare per uso potabile e irriguo. La diga andrebbe a servire l’Alto Salento che è fermo all’uso die pozzi e alle autobotti. Vanno anche rivisti gli accordi con la Regione Basilicata, circa il ristoro del danno ambientale, e con la Regione Molise per la realizzazione di una condotta di 10 chilometri per drenare acqua dall’invaso del Liscione sul Biferno fino all’invaso di Occhito sul Fortore».
La regione con il minimo afflusso meteorico è proprio la Puglia dove piove meno con 641,5 millimetri annui medi e mantiene anche il primato negativo - ricorda Coldiretti Puglia - della disponibilità annua media di risorsa pro capite con soli mille metri cubi, meno della metà della disponibilità annua pro capite media nazionale stimata in 2.330 metri cubi. «Negli invasi artificiali “mancano” 71 milioni di metri cubi d’acqua rispetto alla capacità, secondo i dati dell’Osservatorio Anbi. Tuttavia - conclude Coldiretti - la preoccupazione maggiore interessa la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come il grano e gli altri cereali, ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere».
Sull’opzione di avviare laghetti di superficie Borzillo, in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, aveva evidenziato dubbi sull’efficacia della misura: «Credo che sia una soluzione appropriata per il Nord Italia. Qui al Sud le alte temperature estive portano elevate quantità di evaporazione. Sarebbe uno spreco. Meglio investire per serbatoi d’accumulo privati di acqua piovana. Vasche interrate protette». L’importante è che alla fine qualcosa di strutturale si faccia.
Ninni Borzillo
Se continua così dovremo ridurre l’uso delle risorse idriche prelevate dai pozzi