Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Crisi dell’energia, l’affondo di Amati «Si torna al carbone per il no a tutto»
La centrale di Brindisi riparte. «Colpa di chi ha bloccato la tecnologia»
«La giusta lotta contro il carbone e i suoi effetti inquinanti ha purtroppo trovato l’ostacolo di persone che, per motivi politici, hanno istigato le paure della gente in buona fede sabotando tutte le iniziative di differenziazione delle fonti e dei fornitori. Il caso di Brindisi è emblematico, ma anche gli oppositori del gasdotto Tap rischiavano di fare altri danni e comunque hanno impedito il riconoscimento al territorio dei ristori». Fabiano Amati, presidente della Commissione Bilancio in Consiglio regionale, ha gioco facile. Dopo anni trascorsi a recitare la parte del “cattivo”, con appelli per realizzare rigassificatori e gasdotti, l’esponente critico del Pd non può far altro che sottolineare il flop di scelte che hanno poi portato al riutilizzo del carbone. Proprio nei giorni di massima crisi e dei costi energetici alle stelle. «Torna a pieno regime il carbone alla centrale Enel Federico II di Cerano prosegue Amati - e la responsabilità di tutto ciò è chiarissima: l’ideologia “no a tutto” a discapito del programma “sì con giudizio”. Spero che duri pochissimo e per questo confido sul mercato, considerato che il prezzo dell’energia da carbone è ormai superiore a quello da fonti rinnovabili, e sulla straordinaria capacità tecnica di Enel e dei suoi uomini».
Il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, è pronto a dare il via libera per avviare la massima capacità produttiva di Cerano. «Una lunga sequela di no, in particolare alle infrastrutture per la produzione di energia da gas e fonti rinnovabili, messa in scena per infondati motivi ambientali e paesaggistici, ci ha riportato con il carbone in casa. L’unica fortuna per tornare rapidamente al mondo senza carbone, tuttavia, consiste nell’ambientalismo delle leggi del mercato e con i programmi Enel. Il tutto alla condizione che tacciano per sempre i “no a tutto” anche sulle rinnovabili, per ciò intendendo in particolare l’eolico off-shore».
Niente rigassificatore a Brindisi e niente trivellazioni in Adriatico per estrarre gas a differenza della Croazia. Il risultato? Crisi energetica che mette in ginocchio l’intero Paese. Nel 2016, per il referendum contro le trivelle, il governatore Michele Emiliano disse: «Matteo Renzi faccia come me, studi prima di parlare. Non può fare il venditore di pentole». Peccato che dopo la sua”scommessa” energetica neanche le pentole è agevole produrre. E se si riesce a lavorare l’acciaio è anche grazie al rigassificatore Tap a Melendugno che Emiliano non voleva.
Fabiano Amati Hanno istigato le paure per motivi politici