Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Lo stile di Verdiana Patacchini e la nostalgia per il Novecento
«Pomeriggio d’estate» sospeso nel tempo Al Palazzo Ducale di Presicce la mostra di un’italiana di stanza a New York
Un’americana a Presicce. In realtà Verdiana Patacchini (Orvieto, 1984) negli Stati Uniti ci vive soltanto, ma avendo eletto il proprio domicilio a New York ci si aspetterebbero ben altre atmosfere dalla sua produzione. Invece questa giovane artista dal talento cristallino, sovvertendo tutti i luoghi comuni sull’incontrovertibilità della modernità, sembra occuparsi soprattutto di passato, e quando il riferimento al passato è così colto ed evocativo – come nel caso della Patacchini – vuol dire che i riferimenti di cui può disporre sono molto ambiziosi. Strano (ovvero bellissimo) che produca arte rievocando una certa nostalgia per il Novecento, un secolo che – a giudicare da quanto successo al mondo negli ultimi tre anni – faremmo bene a (ri)valutare sia letterariamente che artisticamente.
Nella mostra «Pomeriggio d’estate», visitabile al Palazzo Ducale di Presicce fino al 15 settembre, possono rinvenirsi piuttosto evidentemente tracce del primo Mario Sironi (del periodo paesaggista ma anche di quello visionario) e una certa stratificata eredità dei Macchiaioli (il riferimento è soprattutto alle tecniche pittoriche utilizzate). Ma al di là delle probabili influenze stilistiche, stupisce che sia un’artista non ancora quarantenne a rendere omaggio a un periodo dell’arte così ben definito, così riconoscibile.
«Patacchini – informano i materiali a corredo dell’esposizione – elabora i quadri usando un mix di airbrush e carboncino su cartapesta applicata su tela, ricreando l’effetto di un affresco. Questo mix di tecniche gioca con l’osservatore, che viene lasciato a chiedersi come l’artista possa ottenere l’effetto senza tempo delle sue opere. Lo stesso vale per le sculture e le ceramiche in mostra, difficili da caratterizzare grazie all’abilità di Patacchini di reinventare ed innovare tecniche tradizionali».
Il risultato, dentro una fantastica cornice ambientale e strutturale, è una mostra impeccabile, curata in ogni dettaglio grazie alla competenza ormai universalmente riconosciuta a Ludovica Capobianco.
Inaugurata lo scorso 20 agosto, all’opening hanno partecipato istituzioni, personalità culturali e soprattutto molti visitatori attratti dal riuscito esperimento di «mescolare tradizione e innovazione» ispirandosi al ricco artigianato locale ma senza perdere l’approccio americano (anzi, newyorkese) che accomuna artista e curatrice. La mostra si articola attraverso il cortile, le scale, le stanze e il giardino pensile di Palazzo Ducale, dove le opere della Patacchini «abitano lo spazio fondendosi con l’energia» di questo bellissimo edificio. Colpiscono la saggezza nell’utilizzo dei materiali, il controllo del talento (potrebbe sembrare un paradosso) che impedisce all’anarchia dei gesti di rovinare sculture che invece sembrano esatte. «Attraverso la stratificazione di pittura e diversi materiali – prosegue la presentazione di Pomeriggio d’estate –, le opere di Patacchini convergono in un labirinto di sensazioni che evocano intimità e sacralità».
Verdiana Patacchini è un’artista italiana di casa nella residenza del Mana Contemporary a New York, le sue opere sono state esposte negli Usa, in Svizzera, Italia e in molti altri Paesi del mondo. Ludovica Capobianco è un’art advisor con sede a New York, che ha curato mostre per gallerie e istituzioni internazionali sia in Europa che negli USA. Il loro connubio – oltre all’oggettivo valore della mostra – restituisce al visitatore una idea di insieme che raramente si intercetta in altri contesti, ecco perché il consiglio è quello di andare a visitare Pomeriggio d’estate in uno degli ultimi pomeriggi pugliesi.