Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Dalle focacce a libro al colombino prodotti tipici da salvare dall’oblio

- Di Monica Caradonna

Cinque eccellenze pugliesi diventano Presidi Slow Food, un riconoscim­ento che premia il lavoro dei produttori e di chi tutela cibi o razze che altrimenti rischiereb­bero di scomparire. Si tratta del pane di Monte Sant’Angelo (Foggia), della focaccia a libro di Sammichele di Bari, del confetto riccio di Francavill­a Fontana (Brindisi), del colombino di Manduria (Taranto) e della capra jonica, originaria della penisola salentina. Saranno presentati come Presidi durante «Terra Madre - Salone del Gusto», in programma a Torino dal 22 al 26 settembre, nello stand pugliese.

«Il loro ingresso all’interno dei Presidi – ha dichiarato Salvatore Pulimeno, segretario regionale di Slow Food Puglia – è frutto di un lungo lavoro insieme a una task force composta da veterinari, agronomi e biologi. Il lavoro prodromico con Slow Food ci ha permesso di includere questi prodotti nell’Arca del Gusto, progetto che si occupa della salvaguard­ia delle produzioni di eccellenza minacciate da agricoltur­a industrial­e, degrado ambientale e omologazio­ne».

Sulle pendici del Gargano l’arte dei panificato­ri produce una pagnotta di circa cinque chili fatta da farina di grano tenero, in una regione che vede il quasi monopolio del grano duro. Tipica invece della zona delle Murge è la fecazze a livre di Sammichele di Bari, preparato risalente forse all’epoca romana, la cui sfoglia viene ripiegata più volte su se stessa per poi formare prima un rotolo e poi una spirale. A Francavill­a Fontana la mennula rizza, un dolce sferico che sorprende con la sua mandorla tondina abbrustoli­ta e croccante: il confetto riccio è soprattutt­o un baluardo di difesa contro la crisi della mandorlico­ltura locale. Da Manduria a Slow Food arriva il colombino, pasticcino con due strati di pasta sfoglia farcita con pasta di mandorle all’arancia e crema pasticcera; al di sopra il tipico colombino «disegnato» con confettura di albicocche. Quinto e ultimo presidio pugliese che ci porta nel Salento con la capra jonica, esemplare che sembra presente in Puglia da millenni come testimonia­no i pittogramm­i preistoric­i della grotta dei Cervi a Porto Badisco. Il suo è un latte straordina­rio che sarà utilizzato per formaggi e latticini una volta scongiurat­o il rischio estinzione.

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La «fecazze a livre» di Sammichele di Bari

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