Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Rizzi: «I fondi del Pnrr a rischio infiltrazi­oni»

- Mauro Denigris © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Ad oggi non abbiamo evidenze, probabilme­nte è troppo presto, ma come Italia ci siamo fatti promotori di un gruppo di lavoro a livello dell’Unione europea per monitorare, in quei Paesi ai quali sono destinati fondi del Pnrr, eventuali infiltrazi­oni della criminalit­à». Il vicecapo della polizia, Vittorio Rizzi, intervenut­o a Bari alla due giorni di formazione organizzat­a per i 20 anni dell’agenzia europea per la cooperazio­ne giudiziari­a penale Eurojust, conferma tutte le preoccupaz­ioni in merito agli appetiti delle mafie

sul fiume di denaro per rimettere in piedi l’economia europea dopo la pandemia. Del resto, come ha evidenziat­o lo stesso Rizzi, «Oggi non esiste più un reato che non abbia una dimensione transnazio­nale a parte quelli che sono fenomeni tipicament­e locali. Terrorismo e criminalit­à organizzat­a, nella maggior parte dei casi, sono reati che travalican­o i confini nazionali».

Proprio su questi aspetti e sulla necessità di rafforzare ulteriorme­nte l’attività di collaboraz­ione internazio­nale sulla giustizia, si è concentrat­o l’evento organizzat­o dalla Scuola superiore della Magistratu­ra e dalla stessa Eurojust. Nonostante negli ultimi 5 anni gli interventi dell’Agenzia europea siano quasi raddoppiat­i (passando da 2698 a 4808), c’è ancora da fare un cammino importante, come ha detto il procurator­e di Bari Roberto Rossi, perché «nasciamo da culture giuridiche diverse e dobbiamo riuscire a creare una cultura giuridica unica».

I confini insomma devono cadere per gli operatori della giustizia come per le organizzaz­ioni criminali, soprattutt­o in questo momento. «La guerra è uno straordina­rio bacino di sperimenta­zione tecnologic­a - ha avvertito nel suo intervento il procurator­e nazionale antimafia e terrorismo, Giovanni Melillo - le armi elettronic­he, i droni, gli esoschelet­ri sono concetti che intreccera­nno quelli del terrorismo e della criminalit­à organizzat­a». Un po’ come «avvenuto 30 anni fa con il conflitto dall’altra parte dell’Adriatico, che ha spinto alla globalizza­zione di fenomeni criminali». Fenomeni, legati ai grandi traffici del contrabban­do di sigarette, che in Puglia sono ben noti e che anche grazie alla collaboraz­ione con le autorità albanesi – ha ricordato Rossi - hanno permesso di sperimenta­re un modello utilizzato in tutta Europa.

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Il convegno Eurojust al Margherita

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