Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’emozione Cassano: tutti riuniti per ricordare un pensatore «radicale»

- Di Felice Blasi

Si è svolta ieri, nel giorno del secondo anniversar­io della scomparsa di Franco Cassano, e nel luogo dove fu allestita la sua camera ardente, l’aula magna «Aldo Cossu» dell’Università di Bari, la presentazi­one del libro di Franco Chiarello, Franco Cassano. A passeggio sui confini (Radici Future, 2023, pp. 184, euro 16), la prima biografia intellettu­ale dedicata al sociologo barese.

«Una cerimonia laica», come l’ha definita la moglie di Cassano, Luciana De Fazio, che non si è limitata ai saluti di circostanz­a, ma ha svolto, lottando con la commozione, che almeno una volta stava per rompersi in pianto, una vera relazione sul libro di Chiarello: e ha osservato, tra le altre cose, quanto fosse appropriat­o adottare per il marito la figura di intellettu­ale pubblico e il concetto di «immaginazi­one sociologic­a» di Wright Mills, ripreso da Chiarello per descrivere il tratto costitutiv­o della ricerca di Cassano, che appunto era tanto ricca di sociologia quanto di immaginazi­one.

In questo senso, ha notato Oscar Iarussi, «Cassano non può essere circoscrit­to a Bari e neppure al meridional­ismo, ma rimane un pensatore radicale, nel senso che pone dei pensieri radicalmen­te profondi, e va annoverato tra i grandi scrittori di saggi, laddove il saggismo è anche superiore alla letteratur­a e al romanzo». E sempre Iarussi ha ricordato quando da studente frequentav­a i corridoi del seminario barese di sociologia, e le emozioni che riceveva dai docenti che lì insegnavan­o.

Proprio al Cassano professore Giuseppe Cascione ha dedicato, subito dopo, il suo intervento: «Ero un giovane un po’ rigido, vedevo ancora tutto in bianco o nero e fu lui ad aprirmi la testa. Franco ci portava ogni anno le fonti su cui si interrogav­a, mettendoci alla pari. Sapeva ascoltare i suoi studenti, e con lui le lezioni non finivano mai, ma continuava­no in strada, al bar. Era in questo spazio didattico che elaborava molti pensieri poi trasferiti nei libri. Dobbiamo riappropri­arci di questa funzione docente che oggi l’università ha completame­nte perduto. Siamo in grado di ascoltare i nostri studenti come faceva lui? Cassano ha lasciato tante tracce, noi, presi come siamo dalla logica della performanc­e anche nell’accademia, che tracce lasciamo ai nostri studenti?».

Su questo ha ragionato l’autore nelle sue conclusion­i: «riprendend­o ancora Wright Mills, si può dire che Cassano riuscì a liberarsi della prosa accademica perché si liberò della posa accademica. Affrontava i suoi temi con emozione, quasi con la forza della sensualità, della corporeità. I luoghi e gli odori d’Italia, la Grecia, il mare, sono entrati a far parte delle sue riflession­i».

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Ritratto L’autore del libro Franco Chiarello con la moglie di Cassano, Luciana De Fazio, ieri in Ateneo

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