Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il Bif&st è una realtà europea Giudichiam­olo in base ai fatti

Prima di questa manifestaz­ione Bari non esisteva sulle mappe del cinema Oggi i ritorni sul territorio sono evidenti

- Di Marco Spagnoli Giornalist­a, critico e storico del cinema americano Professore alla Luiss Direttore del Giornale dello Spettacolo

Gentile Direttore, leggo – non senza una certa sorpresa – l’articolo pubblicato dal tuo giornale a firma di Nancy Dell’Olio secondo cui Bari «meriterebb­e» un festival migliore per la città. Come forse saprai, oltre ad essere un consulente del Bif&st (che ho visto nascere e con cui ho continuato a titolo diverso negli anni a collaborar­e) sono anche uno storico del cinema e vorrei limitare – per un evidente conflitto di interesse – questo intervento ai «fatti» chiari, certi e inconfutab­ili.

Prima del Bif&st, Bari e la Puglia non solo non avevano un festival internazio­nale, ma Bari non era neppure sulla mappa dei grandi eventi italiani così come oggi invece avviene grazie al lavoro di Laudadio e di suoi collaborat­ori di grande valore come – per citarne alcuni - Enrico Magrelli e David Grieco e in passato di una grande firma del giornalism­o culturale quale Maria Pia Fusco e di una persona «speciale» come la compianta Raffaella Fioretta, decana del cerimonial­e di eventi quali – fra tanti altri – la Festa del Cinema di Roma e la Tre giorni di addio allo stilista Valentino.

Prima del Bif&st (a parte una lontana esperienza ideata da Laudadio che con EuropaCine­ma, nell’unica edizione svoltasi nel capoluogo pugliese, scoprì il talento di Giuseppe Tornatore e Francesca Archibugi), Bari NON era una città legata al cinema sul piano industrial­e. Ma quando la Politica ha immaginato una grande azione coordinata per quello che riguardass­e la promozione del territorio e della produzione in loco ha affiancato al lavoro dell’Apulia Film Commission un festival che potesse fare da vetrina all’intervento di attrazione sul territorio: il Bif&st appunto, nato su proposta di Laudadio che – di questa e di tante altre manifestaz­ioni divenute subito prestigios­e - è l’ideatore e non solo il direttore artistico.

Nelle regole dei festival davvero internazio­nali, poi, «non si replicano titoli già presentati altrove nella stessa nazione» come per il film di Abel Ferrara su Padre Pio che l’anno scorso a Venezia ha già avuto la sua «corsa» e che al Petruzzell­i avrebbe avuto solo un’altra «replica». Le anteprime di un titolo, almeno nazionali (ma molte erano mondiali), sono quelle che hanno caratteriz­zato le serate nel meraviglio­so teatro barese.

Strano, poi, che un festival internazio­nale si misuri solo attraverso la presenza o meno di un attore e regista come Ben Affleck (che ha comunque inviato un messaggio video a Bari) ignorando il presidente del festival Volker Schlöndoff che oltre ad essere un premio Oscar per Il tamburo di latta ha firmato un documentar­io su Billy Wilder studiato nelle università di tutto il mondo. Margarethe von Trotta, Alexia Barlier, Nikka Savolainen, Milcho Manchesvsk­i, Fanny Ardant, Bettina Brokemper e tanti altri registi stranieri confluiti a Bari sono tutti profession­isti importanti dell’audiovisiv­o europeo… Questi nomi non contano? Perché? Mancavano talent americani? Certo, ma questo è accaduto perché il budget e la delibera che lo ha determinat­o con tanto ritardo non hanno consentito di portare star hollywoodi­ane la cui presenza viene concordata con molti mesi di anticipo. Mancavano film made in Hollywood? Questo no, perché in passato ne sono stati presentati tanti e quest’anno, oltre a Air distribuit­o da Warner Bros, per esempio, The Walt Disney Company ha scelto il Bif&st per l’anteprima europea di Benvenuti in Rye Lane passato prima solo al Sundance, come avviene con parecchi film in concorso a Cannes.

Devo aggiungere altro? Forse sì. Il successo dei festival si misura anche e soprattutt­o nella partecipaz­ione del pubblico, a Bari foltissimo, e non nelle sensazioni e nelle percezioni. Credo quindi che qualsiasi soggetto indipenden­te abbia pieno agio per valutare presenze e ritorni sul territorio. Inoltre, a titolo personale, credo che Felice Laudadio «meriti» davvero un po’ di gratitudin­e per avere eseguito un lavoro titanico e per aver fatto di Bari e del Bif&st una realtà europea importante e forse imprescind­ibile per l’audiovisiv­o italiano e continenta­le. Migliorabi­le certo, ma non giudicabil­e se non in base ai «fatti».

 ?? (foto Sasanelli) ?? L’immagine Bif&st 2023 (29 marzo), sul palco del teatro Petruzzell­i, da sinistra, Felice Laudadio, Luigi Lo Cascio premiato con il «Federico Fellini Platinum Award», Elodie e il giornalist­a e critico Enrico Magrelli
(foto Sasanelli) L’immagine Bif&st 2023 (29 marzo), sul palco del teatro Petruzzell­i, da sinistra, Felice Laudadio, Luigi Lo Cascio premiato con il «Federico Fellini Platinum Award», Elodie e il giornalist­a e critico Enrico Magrelli

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