Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Aiuto i bimbi autistici ad avere un futuro In Puglia pochi i servizi»
Anna Ballarino è originaria di Margherita di Savoia Oggi a Bruxelles presenterà i progetti della sua scuola
«Tutti gli anni che ho dedicato al sociale sono stati spesi per le persone con autismo, per consentire loro di essere indipendenti». Anna Ballarino ha le idee chiare, tanta esperienza e soprattutto il desiderio di dare un futuro di autonomia ed indipendenza ai ragazzi con sindrome di Asperger. Originaria di Margherita di Savoia,
è cresciuta e ha lavorato a Milano, città in cui ha presieduto una cooperativa sociale per oltre vent’anni, lavorando a progetti a favore di persone con autismo. Oggi sarà a Bruxelles per presentare i progetti della Scuola Futuro Lavoro, prima ed unica scuola post diploma in Europa per ragazzi con autismo ad alto funzionamento. Con lei ci saranno dodici ragazzi con sindrome di Asperger, tra cui anche Hermann Marquiand, primo ragazzo autistico a parlare dinanzi al Parlamento Europeo.
Hermann ha frequentato i corsi di Scuola Futuro Lavoro ed oggi è pienamente inserito nel mondo del lavoro.
Anna, cosa l’ha spinta a dedicare le sue energie alle persone con autismo?
«Dal 1996 al 2016 sono stata presidente di una cooperativa sociale a Milano. In questa cooperativa ho attuato il progetto «Horizon», con la finalità di formare operatori per persone autistiche. Questo mi ha consentito di realizzare servizi per persone con autismo, dal basso all’alto funzionamento».
Poi è arrivata la Scuola Futuro Lavoro ....
«Durante il mio percorso professionale ho incontrato Massimo Montini, imprenditore e papà di un ragazzo con autismo ad alto funzionamento che mi aveva espresso il desiderio di far nascere una scuola per persone con sindrome di Asperger. Ho iniziato a collaborare con la Fondazione “Un futuro per l’Asperger” nel 2018.
La Scuola Futuro Lavoro è nata nel 2019».
Cosa ha potuto riscontrare in questi anni di attività?
«Con la cooperativa che presiedevo avevamo avviato progetti con bambini dai 2 ai 14 anni con autismo. Abbiamo avuto modo di riscontrare che, quando si prendono in carico bambini molto piccoli, le possibilità di ottenere miglioramenti sono molto alte. Seguire i bimbi con disturbo dello spettro autistico da piccola età vuol dire limitare la possibilità di avere casi gravi in età adulta».
Ha mai considerato l’idea di creare un ponte con la Puglia per condividere i risultati dei progetti da lei avviati?
«Ho provato a fare rete con alcune realtà pugliesi ma non è stato possibile proseguire. In Puglia non ci sono molti servizi per persone con disturbo dello spettro autistico ed è un peccato. La mia esperienza mi ha portato a toccare con mano i miglioramenti di bambini che non parlavano o che non ti guardavano in faccia. Man mano, grazie alle attività messe in campo per loro, sono riusciti ad uscire dall’isolamento».
Cosa si aspetta dall’esperienza di Bruxelles?
«Spero di fare rete, spero che l’Europa possa aprire a nuove prospettive che possano favorire l’autonomia delle persone con autismo ad alto funzionamento. In Italia, purtroppo, non ci sono molti finanziamenti per raggiungere l’obiettivo dell’indipendenza per queste persone. La nostra presenza a Bruxelles può essere un primo passaggio verso una nuova direzione».