Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
PRODURRE TANTO RESTANDO POVERI
Il rapporto 2023 dell’Osservatorio italiano sulla povertà energetica (Oipe) attesta che in Puglia il 16,4% delle famiglie vive in condizioni di precarietà energetica. Dopo la Calabria, la Puglia è la regione che nel 2021 registra il maggior incremento rispetto all’anno precedente (+5,5). Fa peggio solo la Calabria. Cosa significa povertà energetica? È la mancanza di accesso ai servizi essenziali che garantiscono standard dignitosi di vita e salute, compresi riscaldamento, acqua calda, raffreddamento, illuminazione ed energia adeguati ad alimentare gli apparecchi elettrici e a gas. La definizione è del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, che ne attribuisce le cause a una combinazione di fattori, tra i quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, la non accessibilità economica, il reddito disponibile insufficiente, l’elevato dispendio energetico e la scarsa efficienza energetica delle abitazioni.
Tornando alla Puglia non si può che constatare, stando ai numeri, un almeno apparente paradosso. La regione è al secondo posto per dimensione del fenomeno della povertà energetica ed è seconda, dopo la Lombardia, nella più dignitosa classifica della produzione di energia elettrica. È addirittura la prima regione italiana per generazione di energia eolica e fotovoltaica. Nel 2022 la Puglia, che “esporta” nel resto d’Italia più del 40% dell’energia, ha prodotto 34.398,9 GWh (24.836,7 da termoelettrico; 5361,3 da eolico; 4190,5 da fotovoltaico; 10,4 da idrico). Non è un primato indolore, perché alcune aree del territorio regionale subiscono un impatto ambientale e paesaggistico negativo a causa del carbone bruciato dalla centrale Enel di Brindisi e della presenza massiccia di pale eoliche e grandi distese di pannelli fotovoltaici.
Ci vorrebbero “compensazioni ambientali” per le regioni che ospitano impianti di energia rinnovabile, con l’adozione di sconti sulle bollette energetiche dei residenti, come hanno più volte chiesto i presidenti di Sicilia, Calabria e Basilicata. Anche la Puglia ha tentato questa strada, con una legge varata lo scorso novembre ma poi impugnata dal governo. Martedì prossimo il provvedimento tornerà all’esame del Consiglio regionale dopo essere stato modificato. Se fosse approvato, sarebbe un primo passo per contrastare la povertà energetica. Inoltre, Regione e Comuni dovrebbero darsi da fare per incentivare gli “autoconsumatori” di energia pulita che agiscono collettivamente e per promuovere le Comunità energetiche rinnovabili, che in Puglia stentano a decollare. Purtroppo, di questi temi non vi è traccia nei dibattiti delle associazioni e dei partiti che scaldano i motori in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.