Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La Puglia non ama il Moderno Una ricognizione ragionata delle architetture abbandonate
Una campionatura di architetture moderne in abbandono, individuate in tutta la Puglia, è al centro del volume Architettura moderna in abbandono, curato da Lorenzo Pietropaolo per Adda editore (Bari 2023, pp. 186, euro 25). Rivolta sia a studiosi che ad un pubblico più vasto, la ricerca parte dalla Puglia per segnalare contesti e patrimoni affini sui quali avviare politiche di valorizzazione e tutela.
L’autore (Bari, 1972), architetto e storico dell’architettura e della città contemporanea, tratteggia un itinerario in cui trovano posto opifici, impianti e centri turistici, strutture sanitarie e centri rurali che portano le firme di architetti italiani come Pier Luigi Nervi, Aldo Mondino, Paolo Portoghesi, Raffaele Panella e molti altri. Si tratta di edifici perlopiù di proprietà pubblica su cui Pietropaolo opera una «ricognizione interpretativa» basata su una metodologia che prevede la schedatura digitale di tale patrimonio, propedeutica ad azioni di conservazione ed eventuale riuso per scongiurarne abbandono e oblio. Ma anche per evitare discutibili manomissioni, come è accaduto per il Palazzetto dello Sport di Altamura, realizzato da Dante Bini nel 1980 con sistemi innovativi, in seguito inficiato da interventi poco rispettosi.
Tra le architetture considerate, ricordiamo l’Ospedale militare «Lorenzo Bonomo», il Centro di assistenza per anziani di Nardò, su progetto di Panella, la Direzione Italsider dello Studio Nizzoli Associati, il Centro Pilota Regionale per lo Sviluppo Turistico a Baia dei Campi, presso Vieste, firmato Portoghesi, il Cinema Teatro Mastrogiacomo a Gravina di Puglia. Costruzioni del Novecento cui si affianca un cospicuo patrimonio industriale (Magazzino Sofisticazione Sali a Margherita di Savoia di Nervi; Cementificio Gallo-Degennaro a Molfetta) in grado di restituire fasi significative dello sviluppo industriale locale.
I contributi dell’autore annoverano anche un’intervista a Paolo Portoghesi in cui la battaglia per la salvaguardia del Moderno si inscrive in una più ampia cornice di difesa dell’ecosistema dei territori. Completano il volume gli interventi di esperti del settore: Giovanni Carbonara, architetto e teorico del restauro, da cui giungono indicazioni metodologiche e esempi concreti; Ana Tostões, architetta e storica dell’architettura, che insiste sull’azione di educazione al Moderno; e Britta Peters, curatrice d’arte contemporanea e direttrice artistica di Urbane Künste Ruhr, con le testimonianze della riqualificazione del paesaggio post industriale tedesco mediante prestigiosi interventi di arte contemporanea.